Vivere le festività in famiglia può voler dire ritrovare persone che non vedevamo da lungo tempo; ma anche inserirsi in ambienti nuovi pieni di un calore inaspettato. Leggere le emozioni, come le fatiche delle donne, mamme, mogli, amiche che si apprestano ad imbandire una tavola affinché tutto sia perfetto, quando la perfezione - abbiamo più volte detto -, che forse è meglio tenerla lontana... Feste di compleanno, festività natalizie, pasquali momenti in cui puoi essere protagonista o spettatore.
Il Pane di Spezie probabilmente ha origini non propriamente francesi, ma ancor più lontane. Alcuni testi cinesi del XII secolo, infatti, raccontano che il "Mi Kong", letteralmente pan di miele, veniva prodotto e consumato in Cina già dal X secolo. Era composto principalmente da farina di frumento, miele e piante aromatiche, ed utilizzato dai Cavalieri di Gengis Khan, che successivamente lo fecero conoscere agli arabi. E' soltanto nel Medioevo, nel periodo delle Crociate, che la ricetta, così come la conosciamo noi, arrivò in occidente. Prima in Germania, e più tardi nei monasteri del Sacro Romano Impero Germanico: a Monaco, Norimberga, Aquisgrana, Augusta. Nel 1453 si parla del pan di spezie in un testo che racconta come i monaci cistercensi lo preparassero per le feste di Natale. Gia nel 1571 il Pain D'Epices è riconosciuto ufficialmente da Enrico IV e nel XVII secolo diviene protagonista di vere e proprie sfide tra mastri pasticceri.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA...!
(Per due stampi da 450 g)
320 g miele mille fiori
55 g uova
110 g burro
130 g latte a temperatura ambiente
270 g farina 00
9 g bicarbonato di sodio
10 g cannella in polvere
5 g zenzero in polvere
Scorzette di arancia candita q.b
A META' DEL LAVORO...
Scaldare il forno a 150°C. Fondere il burro. Scaldare il miele a fuoco basso, senza farlo bollire, finché non sarà liquido come l'acqua. Una volta intiepidito, aggiungere il miele alle uova. Montare con la frusta fino ad ottenere un composto spumoso. Nel frattempo, setacciare la farina insieme alle spezie e al bicarbonato. Versare il burro intiepidito e il latte a temperatura ambiente, e continuare a montare. Aggiungete l'arancia candita per ultima ed amalgamate a mano lentamente. Dividete l'impasto in due stampi ricoperti di carta forno. Cuocete per circa 50 minuti. Fate la prova stecchino.
Ho ricoperto il Pain d'Epices con una ganache di cioccolato fondente... Bon Appétit!!
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Saturday, March 3, 2018
Sunday, November 1, 2015
"FLUFFY" CHIFFON CAKE
Il cosiddetto "ciambellone americano"
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
285gr farina
300gr zucchero
6 uova grandi (340gr di albumi)
195ml acqua
120ml olio di semi di mais
1 bustina lievito per dolci
8gr cremor tartaro
Pizzico di sale
Vaniglia
A META' DEL LAVORO ...
Pre riscaldate il forno a 160°.
Unite in rigida sequenza: farina, zucchero, lievito e sale setacciandoli in una ciotola piuttosto capiente. Fate un buco al centro del composto (a fontana) e unite, senza amalgamare: olio, tuorli, acqua, scorza di limone e vaniglia. Importante: non toccare, per ora.
Passiamo agli albumi: uniteli con il cremor tartaro e montateli a neve fermissima (non ferma, fermissima).
Recuperate il composto di cui al punto 3 e amalgamatelo con lo sbattitore fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Unite gli albumi montati a neve fermissima al composto, fatelo delicatamente e lentamente, ma con molta cura.
Versate il composto nello stampo originale per ciambella americana, ma lo avete? No? Allora utilizzate un comune stampo da 30 cm, però che sia per ciambella.
IMPORTANTE: non imburrate lo stampo.
La cottura si fa in due tempisenza estrarre lo stampo dal forno:
I fase: posizionate lo stampo nel ripiano inferiore del forno e cuocetelo per 50 min a 160°.
II fase: alzate la temperatura a 175° per altri 10 min.
Terminata la cottura, è importante che il ciambellone si raffreddi capovolto nel suo stampo. È per questo che quello originale ha dei piedini per poterlo capovolgere e tenere ad una certa distanza dal piano. Inoltre, questo spiega perché lo stampo non vada imburrato, vi immaginate se il ciambellone cadesse prima del dovuto? Non credo sia facile trovare lo stampo originale, tente conto però che l’importante è che sia in alluminio e che lo teniate ad una certa distanza dal piano d’appoggio con dei supporti, questo perché il suo interno risulti decisamente morbido e umido, e non bagnato e crudo.
Una volta raffreddato staccatelo dalla ciambelliera (o stampo che sia) con una spatola, se avete eseguito tutto alla perfezione, dovrebbe staccarsi senza problemi.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
285gr farina
300gr zucchero
6 uova grandi (340gr di albumi)
195ml acqua
120ml olio di semi di mais
1 bustina lievito per dolci
8gr cremor tartaro
Pizzico di sale
Vaniglia
A META' DEL LAVORO ...
Pre riscaldate il forno a 160°.
Unite in rigida sequenza: farina, zucchero, lievito e sale setacciandoli in una ciotola piuttosto capiente. Fate un buco al centro del composto (a fontana) e unite, senza amalgamare: olio, tuorli, acqua, scorza di limone e vaniglia. Importante: non toccare, per ora.
Passiamo agli albumi: uniteli con il cremor tartaro e montateli a neve fermissima (non ferma, fermissima).
Recuperate il composto di cui al punto 3 e amalgamatelo con lo sbattitore fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Unite gli albumi montati a neve fermissima al composto, fatelo delicatamente e lentamente, ma con molta cura.
Versate il composto nello stampo originale per ciambella americana, ma lo avete? No? Allora utilizzate un comune stampo da 30 cm, però che sia per ciambella.
IMPORTANTE: non imburrate lo stampo.
La cottura si fa in due tempisenza estrarre lo stampo dal forno:
I fase: posizionate lo stampo nel ripiano inferiore del forno e cuocetelo per 50 min a 160°.
II fase: alzate la temperatura a 175° per altri 10 min.
Terminata la cottura, è importante che il ciambellone si raffreddi capovolto nel suo stampo. È per questo che quello originale ha dei piedini per poterlo capovolgere e tenere ad una certa distanza dal piano. Inoltre, questo spiega perché lo stampo non vada imburrato, vi immaginate se il ciambellone cadesse prima del dovuto? Non credo sia facile trovare lo stampo originale, tente conto però che l’importante è che sia in alluminio e che lo teniate ad una certa distanza dal piano d’appoggio con dei supporti, questo perché il suo interno risulti decisamente morbido e umido, e non bagnato e crudo.
Una volta raffreddato staccatelo dalla ciambelliera (o stampo che sia) con una spatola, se avete eseguito tutto alla perfezione, dovrebbe staccarsi senza problemi.
Saturday, July 26, 2014
TAJINE CON CARNE E VERDURE alla marocchina
Imballaggi industriali per gli alimenti: pericolo per la salute
L'imballaggio è un elemento indispensabile nel processo di produzione degli alimenti: crea cibi più convenienti facilitando il flusso dei prodotti alimentari, aumenta la shelf life dell’alimento assicurando la protezione da alterazioni fisiche, chimiche e microbiologiche ed esalta e promuove il prodotto favorendone l’acquisto. Negli ultimi decenni, per andare incontro alla domanda dell’industria alimentare si è verificato un notevole sviluppo nell’imballaggio con l’utilizzo di differenti tipi di additivi, per migliorare le prestazioni dei materiali e l’introduzione di numerosi materiali sintetici, per il loro basso costo e la loro versatilità. Tuttavia, l’imballaggio può rappresentare una sorgente di contaminazione a causa della migrazione di sostanze dai materiali d’imballaggio all’alimento con cui vengono a contatto. I pacchetti utilizzati dall'industria alimentare contengono centinaia di sostanze chimiche dannose. Secondo uno studio gli imballaggi dei prodotti alimentari, oltre che causa di forte impatto ambientale, sono un pericolo per il nostro organismo. Konrad Grob, direttore del servizio di cromatografia del laboratorio cantonale zurighese, al Tages-Anzeiger ha riconosciuto che il loro effetto a lungo termine non è ancora noto, ma sottostimato. Infatti uno studio pubblicato dalla fondazione Food Packaging Forum di Zurigo, spingendosi più lontano, ha rivelato che almeno 175 sostanze chimiche sono state utilizzate nella fabbricazione di imballaggi alimentari. Tra esse ne spiccano anche alcune legate a malattie croniche o a problemi del sistema endocrino.Per questo ha assunto una certa importanza nella sicurezza alimentare e le autorità competenti, a livello nazionale e a livello comunitario, hanno emesso una vasta legislazione al fine di controllare le contaminazioni pericolose e tutelare la salute dei consumatori.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
Cous Cous q.b.
1 petto di pollo
1 fetta di maiale
3 carote
3 zucchine
2 patate
1 pomodoro
1 cipolla
1 barattolo di ceci
Olio extravergine
Brodo di verdure
Spezie (Curcuma, paprika, berberè, cumino, zafferano)
Sale, Pepe
A META' DEL LAVORO ...
Preparate il brodo che vi servirà sia per il cous cous, sia per la cottura della carne.
Preparazione del cous cous: versate un pò d'olio nel cous cous (circa 3 cucchiai a testa), mischiatelo bene e versate il brodo caldo - non bollente - senza sommergerlo e lasciatelo riposare nel recipiente chiuso. Trascorsi cinque minuti controllate la cottura, se necessario aggiungere qualche altro cucchiaio di brodo ed infine sgranare il cous cous con una forchetta. Quando sarà cotto lasciatelo freddare, senza coprirlo.
Preparazione delle spezie per la carne: in una ciotola capiente versate due cucchiai di olio, un cucchiaino di sale, un pò di pepe, un cucchiaino di curcuma, uno di paprica, una puntina di zafferano, un pizzico di cumino (va bene anche quello in semi) e un pò di berberè che darà alla carne quel senso di piccante. Aggiungete quindi i pezzi di carne e mischiateli bene nelle spezie; lasciate macerare in frigo per 10 minuti.
Cottura nella tajine: versate nel base di coccio dell'olio e la cipolla tagliata grossolanamente e fate soffriggere per circa cinque minuti senza coperchio, a fuoco basso; dopodiché, aggiungete i pezzi di carne e lasciateli rosolare. Nel frattempo, tagliate le verdure a metà e quando la carne sarà dorata disponetele in maniera ordinata sulla carne; infine versate i ceci sgocciolati. A questo punto aggiungete il brodo, a sufficienza da coprire la carne e chiudere con l'apposito coperchio. Lasciare cuocere per circa mezz'ora senza girare e controllando di tanto in tanto.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Servite con il cous cous freddo. Potete scegliere diversi tagli di carne ma assicuratevi che la cottura sia più o meno la stessa e che i pezzi siano più o meno della stessa grandezza.
Per ulteriori chiarimenti rimando a questi due video:
https://www.youtube.com/watch?v=pclYJyNPz-A
https://www.youtube.com/watch?v=CciSIHYiGfQ
L'imballaggio è un elemento indispensabile nel processo di produzione degli alimenti: crea cibi più convenienti facilitando il flusso dei prodotti alimentari, aumenta la shelf life dell’alimento assicurando la protezione da alterazioni fisiche, chimiche e microbiologiche ed esalta e promuove il prodotto favorendone l’acquisto. Negli ultimi decenni, per andare incontro alla domanda dell’industria alimentare si è verificato un notevole sviluppo nell’imballaggio con l’utilizzo di differenti tipi di additivi, per migliorare le prestazioni dei materiali e l’introduzione di numerosi materiali sintetici, per il loro basso costo e la loro versatilità. Tuttavia, l’imballaggio può rappresentare una sorgente di contaminazione a causa della migrazione di sostanze dai materiali d’imballaggio all’alimento con cui vengono a contatto. I pacchetti utilizzati dall'industria alimentare contengono centinaia di sostanze chimiche dannose. Secondo uno studio gli imballaggi dei prodotti alimentari, oltre che causa di forte impatto ambientale, sono un pericolo per il nostro organismo. Konrad Grob, direttore del servizio di cromatografia del laboratorio cantonale zurighese, al Tages-Anzeiger ha riconosciuto che il loro effetto a lungo termine non è ancora noto, ma sottostimato. Infatti uno studio pubblicato dalla fondazione Food Packaging Forum di Zurigo, spingendosi più lontano, ha rivelato che almeno 175 sostanze chimiche sono state utilizzate nella fabbricazione di imballaggi alimentari. Tra esse ne spiccano anche alcune legate a malattie croniche o a problemi del sistema endocrino.Per questo ha assunto una certa importanza nella sicurezza alimentare e le autorità competenti, a livello nazionale e a livello comunitario, hanno emesso una vasta legislazione al fine di controllare le contaminazioni pericolose e tutelare la salute dei consumatori.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
Cous Cous q.b.
1 petto di pollo
1 fetta di maiale
3 carote
3 zucchine
2 patate
1 pomodoro
1 cipolla
1 barattolo di ceci
Olio extravergine
Brodo di verdure
Spezie (Curcuma, paprika, berberè, cumino, zafferano)
Sale, Pepe
A META' DEL LAVORO ...
Preparate il brodo che vi servirà sia per il cous cous, sia per la cottura della carne.
Preparazione del cous cous: versate un pò d'olio nel cous cous (circa 3 cucchiai a testa), mischiatelo bene e versate il brodo caldo - non bollente - senza sommergerlo e lasciatelo riposare nel recipiente chiuso. Trascorsi cinque minuti controllate la cottura, se necessario aggiungere qualche altro cucchiaio di brodo ed infine sgranare il cous cous con una forchetta. Quando sarà cotto lasciatelo freddare, senza coprirlo.
Preparazione delle spezie per la carne: in una ciotola capiente versate due cucchiai di olio, un cucchiaino di sale, un pò di pepe, un cucchiaino di curcuma, uno di paprica, una puntina di zafferano, un pizzico di cumino (va bene anche quello in semi) e un pò di berberè che darà alla carne quel senso di piccante. Aggiungete quindi i pezzi di carne e mischiateli bene nelle spezie; lasciate macerare in frigo per 10 minuti.
Cottura nella tajine: versate nel base di coccio dell'olio e la cipolla tagliata grossolanamente e fate soffriggere per circa cinque minuti senza coperchio, a fuoco basso; dopodiché, aggiungete i pezzi di carne e lasciateli rosolare. Nel frattempo, tagliate le verdure a metà e quando la carne sarà dorata disponetele in maniera ordinata sulla carne; infine versate i ceci sgocciolati. A questo punto aggiungete il brodo, a sufficienza da coprire la carne e chiudere con l'apposito coperchio. Lasciare cuocere per circa mezz'ora senza girare e controllando di tanto in tanto.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Servite con il cous cous freddo. Potete scegliere diversi tagli di carne ma assicuratevi che la cottura sia più o meno la stessa e che i pezzi siano più o meno della stessa grandezza.
Per ulteriori chiarimenti rimando a questi due video:
https://www.youtube.com/watch?v=pclYJyNPz-A
https://www.youtube.com/watch?v=CciSIHYiGfQ
Saturday, June 7, 2014
POLLO alle PRUGNE e latte di COCCO
“PIACERE BARBECUE”: KERMESSE DEDICATA A RITO DELLA COTTURA ALLA GRIGLIA, A PERUGIA
La prima “Italian barbecue championship”, unica competizione italiana ufficializzata dalla Kansas city barbeque society. La competizione si svolgerà a Perugia dal 13 al 15 giugno. Rivolta a tutti i team italiani e internazionali di appassionati di cottura al barbecue, questa kermesse tutta italiana segna una svolta significativa per il movimento del barbecue nostrano. Per la prima volta in assoluto, sarà l'Italia, con il suo patrimonio di cultura, stile e know how gastronomico ad ospitare i guru del barbecue mondiale. La competition si svolgerà nel rispetto del regolamento redatto dalla Kcbs (Kansas city barbeque society), organizzazione no profit nata nel 1986 in America, patria del Bbq, per promuovere e insegnare i segreti del barbecue in purezza, low & slow. Ad oggi conta più di 17mila soci e firma oltre 400 gare nel mondo realizzate secondo uno specifico format di valutazione e punteggio.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
Curry rosso thailandese
Latte di cocco
Prugne secche
Farina
Brandy
1 cipolla
1/2lt brodo di carne
Salsa di soia
Pollo
Olio evo
A META' DEL LAVORO ...
Adoro, adoro il pollo in preparazioni così aromatiche.
Vi ricordate il mio pollo alle prugne, e il pollo thai al latte di cocco? Questa è una versione thailandese poco più elaborata, che le racchiude entrambe. Il sapore è sempre agrodolce. Preparate le prugne tagliandole a pezzetti; infarinatele e versate una tazzina circa di Brandy; lasciate macerare. Nel frattempo, tagliate a pezzetti anche il pollo. In una padella con dell'olio fate rosolare la cipolla affettata grossolanamente. Aggiungete le prugne ed un mestolo di brodo, quando si comincerà a formare la cremina versate anche il latte di cocco, il curry in polvere ed un altro pò di brodo. Fate tirare la salsa per cinque minuti. Aggiungete il pollo a pezzetti ed un filo di salsa di doia. Lasciate cuocere, se necessario aggiungere altro brodo.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Il curry più adatto per queste preparazioni di carne sarebbe quello in pasta ma la polvere di curry rosso thailandese, o se preferite un sapore più deciso e piccante il curry tostato, va bene lo stesso. Da abbinare un bel riso basmati semplice.
La prima “Italian barbecue championship”, unica competizione italiana ufficializzata dalla Kansas city barbeque society. La competizione si svolgerà a Perugia dal 13 al 15 giugno. Rivolta a tutti i team italiani e internazionali di appassionati di cottura al barbecue, questa kermesse tutta italiana segna una svolta significativa per il movimento del barbecue nostrano. Per la prima volta in assoluto, sarà l'Italia, con il suo patrimonio di cultura, stile e know how gastronomico ad ospitare i guru del barbecue mondiale. La competition si svolgerà nel rispetto del regolamento redatto dalla Kcbs (Kansas city barbeque society), organizzazione no profit nata nel 1986 in America, patria del Bbq, per promuovere e insegnare i segreti del barbecue in purezza, low & slow. Ad oggi conta più di 17mila soci e firma oltre 400 gare nel mondo realizzate secondo uno specifico format di valutazione e punteggio.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
Curry rosso thailandese
Latte di cocco
Prugne secche
Farina
Brandy
1 cipolla
1/2lt brodo di carne
Salsa di soia
Pollo
Olio evo
A META' DEL LAVORO ...
Adoro, adoro il pollo in preparazioni così aromatiche.
Vi ricordate il mio pollo alle prugne, e il pollo thai al latte di cocco? Questa è una versione thailandese poco più elaborata, che le racchiude entrambe. Il sapore è sempre agrodolce. Preparate le prugne tagliandole a pezzetti; infarinatele e versate una tazzina circa di Brandy; lasciate macerare. Nel frattempo, tagliate a pezzetti anche il pollo. In una padella con dell'olio fate rosolare la cipolla affettata grossolanamente. Aggiungete le prugne ed un mestolo di brodo, quando si comincerà a formare la cremina versate anche il latte di cocco, il curry in polvere ed un altro pò di brodo. Fate tirare la salsa per cinque minuti. Aggiungete il pollo a pezzetti ed un filo di salsa di doia. Lasciate cuocere, se necessario aggiungere altro brodo.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Il curry più adatto per queste preparazioni di carne sarebbe quello in pasta ma la polvere di curry rosso thailandese, o se preferite un sapore più deciso e piccante il curry tostato, va bene lo stesso. Da abbinare un bel riso basmati semplice.
Thursday, June 5, 2014
PAELLA DE MARISCOS
Il cibo inquina: ecco la top ten degli alimenti che “bruciano” petrolio e CO2.
Ciliegie cilene, mirtilli argentini e asparagi del Peru' salgono sul podio della top ten dei cibi che inquinano perché arrivano sulle tavole degli italiani dopo lunghi viaggi, con conseguente consumo di petrolio ed emissioni di gas serra. E' quanto emerge dal Dossier "Lavorare e vivere green in Italia", con la top ten dei cibi che inquinano di più, elaborata in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente e presentata al Nelson Mandela Forum di Firenze. Nella lista dei prodotti a rischio ci sono anche le rose dell'Ecuador per le quali - sottolinea Coldiretti - "sono state denunciate anche situazioni di sfruttamento del lavoro, condizioni a rischio per la salute, messa in pericolo dai numerosi prodotti chimici con cui sono trattati i fiori e la mancanza di tutele sindacali". Nell'elenco ci sono anche le more del Messico, i cocomeri del Brasile, i meloni di Guadalupe, i melograni da Israele e i fagiolini dall'Egitto, "che arrivano sulle tavole - osserva Coldiretti - a causa della cattiva abitudine di consumare fuori stagione alimenti di cui è ricca anche l'Italia". E' stato calcolato - sottolinea Coldiretti - che un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila km con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l'emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall'Argentina deve volare per più di 11mila km, con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica e gli asparagi dal Perù viaggiano per oltre 10mila km, bruciando 6,3 chili di petrolio e liberando 19,5 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto. Secondo la Coldiretti consumando prodotti locali, di stagione e a chilometri zero, e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può arrivare ad abbattere fino a mille chili di anidride carbonica l'anno. "Fare la spesa con attenzione all'ambiente - afferma il presidente della Coldiretti -significa anche impegnarsi per il territorio, la cultura, le tradizioni ed i prodotti che rendono il made in Italy unico e competitivo nel mondo e quindi sostenere l'economia e il lavoro in Italia in un difficile momento di crisi".
Articolo Repubblica
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
300g riso Roma
1 cipolla
2 teste d'aglio
5 gamberoni
3 calamari
10 scampi
Cozze q.b.
Salsa di pomodoro
1/2 peperone rosso
Vino bianco
Zafferano
Olio evo
Prezzemolo
A META' DEL LAVORO ...
Puliamo gli scampi, togliamo il budello e tagliamoli a pezzetti (conserviamone 4 interi). Mettiamo i carapaci in un litro d'acqua e prepariamo il brodetto di pesce. Tagliamo a pezzetti anche i calamari. Versiamo nella paellera quattro cucchiai di olio, uno spicchio di aglio e facciamo rosolare. Tagliamo il peperone a cubetti e versiamolo nella paellera insieme ai calamari ed agli scampi tagliati. Aggiungiamo un paio di cucchiai di salsa di pomodoro ed un mestolo di brodo a cui avremo aggiunto lo zafferano, lasciamo cuocere per dieci minuti. Nel frattempo, in una pentola facciamo aprire le cozze, aggiungiamo una testa d'aglio e sfumiamo con del vino; lasciamole nella pentola chiusa finchè non si saranno aperte bene (circa cinque minuti). Aggiungiamo il riso distribuendolo uniformemente nella paellera, versiamo il brodo di pesce e lasciamo cuocere. Da questo momento il riso non andrà più girato ma "smuovetelo" facendolo roteare (le impugnature laterali della paellera sono fatte apposta). Nel frattempo, pulite i gamberoni: incidete il carapace e togliete il budello sotto l'acqua corrente. Per decorare conservate cinque o sei cozze con la loro valva. Dopo 15 minuti aggiungiamo sul riso gli scampi interi, le restanti cozze libere dalla conchiglia ed i gamberoni. Quando il riso sarà cotto decoriamo con le cozze conservate nel carapace e del prezzemolo. Spegniamo il fuoco e sistemiamo sulla paella un foglio di carta forno bagnata e strizzata. Questo servirà ad asciugare il riso in superficie.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Questa preparazione richiede molti accorgimenti. Prima di tutto le cozze: pulite bene il carapace con una ramina; scegliete solo ed esclusivamente quelle chiuse! Il riso che usano in Spagna è la qualità calasparra, o bomba ma in Italia è difficile da trovare; ho letto che quello che più si avvicina è il Roma. Fate roteare il riso durante la cottura altrimenti vi ingannerà: sotto si cuocerà e sopra rimarrà crudo, assaggiate il riso dal fondo.
Ciliegie cilene, mirtilli argentini e asparagi del Peru' salgono sul podio della top ten dei cibi che inquinano perché arrivano sulle tavole degli italiani dopo lunghi viaggi, con conseguente consumo di petrolio ed emissioni di gas serra. E' quanto emerge dal Dossier "Lavorare e vivere green in Italia", con la top ten dei cibi che inquinano di più, elaborata in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente e presentata al Nelson Mandela Forum di Firenze. Nella lista dei prodotti a rischio ci sono anche le rose dell'Ecuador per le quali - sottolinea Coldiretti - "sono state denunciate anche situazioni di sfruttamento del lavoro, condizioni a rischio per la salute, messa in pericolo dai numerosi prodotti chimici con cui sono trattati i fiori e la mancanza di tutele sindacali". Nell'elenco ci sono anche le more del Messico, i cocomeri del Brasile, i meloni di Guadalupe, i melograni da Israele e i fagiolini dall'Egitto, "che arrivano sulle tavole - osserva Coldiretti - a causa della cattiva abitudine di consumare fuori stagione alimenti di cui è ricca anche l'Italia". E' stato calcolato - sottolinea Coldiretti - che un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila km con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l'emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall'Argentina deve volare per più di 11mila km, con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica e gli asparagi dal Perù viaggiano per oltre 10mila km, bruciando 6,3 chili di petrolio e liberando 19,5 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto. Secondo la Coldiretti consumando prodotti locali, di stagione e a chilometri zero, e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può arrivare ad abbattere fino a mille chili di anidride carbonica l'anno. "Fare la spesa con attenzione all'ambiente - afferma il presidente della Coldiretti -significa anche impegnarsi per il territorio, la cultura, le tradizioni ed i prodotti che rendono il made in Italy unico e competitivo nel mondo e quindi sostenere l'economia e il lavoro in Italia in un difficile momento di crisi".
Articolo Repubblica
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
300g riso Roma
1 cipolla
2 teste d'aglio
5 gamberoni
3 calamari
10 scampi
Cozze q.b.
Salsa di pomodoro
1/2 peperone rosso
Vino bianco
Zafferano
Olio evo
Prezzemolo
A META' DEL LAVORO ...
Puliamo gli scampi, togliamo il budello e tagliamoli a pezzetti (conserviamone 4 interi). Mettiamo i carapaci in un litro d'acqua e prepariamo il brodetto di pesce. Tagliamo a pezzetti anche i calamari. Versiamo nella paellera quattro cucchiai di olio, uno spicchio di aglio e facciamo rosolare. Tagliamo il peperone a cubetti e versiamolo nella paellera insieme ai calamari ed agli scampi tagliati. Aggiungiamo un paio di cucchiai di salsa di pomodoro ed un mestolo di brodo a cui avremo aggiunto lo zafferano, lasciamo cuocere per dieci minuti. Nel frattempo, in una pentola facciamo aprire le cozze, aggiungiamo una testa d'aglio e sfumiamo con del vino; lasciamole nella pentola chiusa finchè non si saranno aperte bene (circa cinque minuti). Aggiungiamo il riso distribuendolo uniformemente nella paellera, versiamo il brodo di pesce e lasciamo cuocere. Da questo momento il riso non andrà più girato ma "smuovetelo" facendolo roteare (le impugnature laterali della paellera sono fatte apposta). Nel frattempo, pulite i gamberoni: incidete il carapace e togliete il budello sotto l'acqua corrente. Per decorare conservate cinque o sei cozze con la loro valva. Dopo 15 minuti aggiungiamo sul riso gli scampi interi, le restanti cozze libere dalla conchiglia ed i gamberoni. Quando il riso sarà cotto decoriamo con le cozze conservate nel carapace e del prezzemolo. Spegniamo il fuoco e sistemiamo sulla paella un foglio di carta forno bagnata e strizzata. Questo servirà ad asciugare il riso in superficie.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Questa preparazione richiede molti accorgimenti. Prima di tutto le cozze: pulite bene il carapace con una ramina; scegliete solo ed esclusivamente quelle chiuse! Il riso che usano in Spagna è la qualità calasparra, o bomba ma in Italia è difficile da trovare; ho letto che quello che più si avvicina è il Roma. Fate roteare il riso durante la cottura altrimenti vi ingannerà: sotto si cuocerà e sopra rimarrà crudo, assaggiate il riso dal fondo.
Wednesday, May 14, 2014
HACHIS PARMENTIER una delizia francese
Hachis in francese sta per "carne macinata" (da "hacher", macinare). Ma chi era Antoine Augustin Parmentier? Il nome del piatto deriva da un noto signore che nel '700 che “sponsorizzò” l’uso della patata in cucina. Chimico, agronomo e tecnologo, fu farmacista nell'esercito durante la guerra dei Sette Anni. Dopo un periodo di prigionia, durante il quale fu nutrito con zuppa di patate, Parmentier scoprì le qualità nutritive di questo tubero. Al suo ritorno in Francia riuscì ad ottenere l'appoggio di re Luigi XVI nel diffondere la produzione della patata, la cui coltivazione in territorio francese era bandita perché si sospettava che trasmettesse infezioni e fosse un frutto del demonio, dato che cresceva sotto terra. Il nome Parmentier si ritrova ancora oggi in molte ricette a base di patate. Per ulteriori informazioni visitate questo sito interamente dedicato al nostro piatto.
L'Hachis Parmentier è una preparazione estremamente versatile, può essere usata qualsiasi tipo di carne (arrosto, lesso, brasato...); ed anche la copertura di purè può essere reinventata con l’aggiunta di carote o zucca. Quella che vi propongo è una versione più elaborata con l'aggiunta dei funghi e del formaggio morbido per dargli un tocco in più.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
500g funghi champignon
Prezzemolo, 1 spicchio d'aglio
Olio extra vergine
500g macinato di suino
Trito carote e cipolle
Brandy (o vino rosso/Cognac)
2 cucchiai concentrato di pomodoro
Spezie per carni, sale
Brodo di carne
3 patate grosse
Noce moscata
1/2 bicchiere latte
Burro
Parmigiano
100g formaggio morbido
Pangrattato
Cocotte Le Creuset
A META' DEL LAVORO ...
Preparate i funghi champignon: spellateli, tagliateli a pezzi grossolani e fateli appassire in padella con olio, aglio e prezzemolo. Salateli senza aggiungere acqua.
Preparate il macinato: fate un soffritto di cipolla e carota, lasciate cuocere con olio in una padella antiaderente. Nel frattempo, fate bollide l'acqua per il brodo di carne. Aggiungete nella padella il macinato e sgranate subito con una forchetta. Fate rosolare bene e sfumate con il Brandy (potete usare anche del Cognac, o del vino rosso). Lasciate evaporare. In un bicchiere fate sciogliere con del brodo caldo due cucchiai abbondanti di concentrato di pomodoro che verserete nel macinato. Condite con spezie adatte alla carne, io ho usato un mix di pepe rosso, sesamo bianco e nero, zenzero, mandarino secco (Shichimi Tougarashi di Orodorienthe). Lasciate cuocere per 40 minuti, sfumando ogni tanto con del brodo.
Preparate il purè: lessate le patate, schiacciatele e amalgamate con una noce di burro, mezzo bicchiere di latte (anche meno perchè il purè non deve essere eccessivamente morbido, ma fisso), sale, parmigiano e noce moscata.
Componete il piatto: inburrate leggermente una pirofila. Distribuite sul fondo il macinato (conservando il sughetto che userete per impiattare), fate uno stato di funghi e tocchietti di formaggio; ricoprite con il purè. Distribuite sulla superficie un mix di pangrattato e parmigiano. Fate riscaldare il tutto in forno a 180° per 15 minuti.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Fate attenzione alla cottura, riponete la pirofila sulla griglia più bassa del forno altrimenti si brucerà in superficie. Servite caldo accompagnando il piatto con della salsa lyonnaise (a base di cipolle).
L'Hachis Parmentier è una preparazione estremamente versatile, può essere usata qualsiasi tipo di carne (arrosto, lesso, brasato...); ed anche la copertura di purè può essere reinventata con l’aggiunta di carote o zucca. Quella che vi propongo è una versione più elaborata con l'aggiunta dei funghi e del formaggio morbido per dargli un tocco in più.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
500g funghi champignon
Prezzemolo, 1 spicchio d'aglio
Olio extra vergine
500g macinato di suino
Trito carote e cipolle
Brandy (o vino rosso/Cognac)
2 cucchiai concentrato di pomodoro
Spezie per carni, sale
Brodo di carne
3 patate grosse
Noce moscata
1/2 bicchiere latte
Burro
Parmigiano
100g formaggio morbido
Pangrattato
Cocotte Le Creuset
A META' DEL LAVORO ...
Preparate i funghi champignon: spellateli, tagliateli a pezzi grossolani e fateli appassire in padella con olio, aglio e prezzemolo. Salateli senza aggiungere acqua.
Preparate il macinato: fate un soffritto di cipolla e carota, lasciate cuocere con olio in una padella antiaderente. Nel frattempo, fate bollide l'acqua per il brodo di carne. Aggiungete nella padella il macinato e sgranate subito con una forchetta. Fate rosolare bene e sfumate con il Brandy (potete usare anche del Cognac, o del vino rosso). Lasciate evaporare. In un bicchiere fate sciogliere con del brodo caldo due cucchiai abbondanti di concentrato di pomodoro che verserete nel macinato. Condite con spezie adatte alla carne, io ho usato un mix di pepe rosso, sesamo bianco e nero, zenzero, mandarino secco (Shichimi Tougarashi di Orodorienthe). Lasciate cuocere per 40 minuti, sfumando ogni tanto con del brodo.
Preparate il purè: lessate le patate, schiacciatele e amalgamate con una noce di burro, mezzo bicchiere di latte (anche meno perchè il purè non deve essere eccessivamente morbido, ma fisso), sale, parmigiano e noce moscata.
Componete il piatto: inburrate leggermente una pirofila. Distribuite sul fondo il macinato (conservando il sughetto che userete per impiattare), fate uno stato di funghi e tocchietti di formaggio; ricoprite con il purè. Distribuite sulla superficie un mix di pangrattato e parmigiano. Fate riscaldare il tutto in forno a 180° per 15 minuti.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Fate attenzione alla cottura, riponete la pirofila sulla griglia più bassa del forno altrimenti si brucerà in superficie. Servite caldo accompagnando il piatto con della salsa lyonnaise (a base di cipolle).
Sunday, March 16, 2014
LEMON CURD - II version
Lecce: “Capitale della Cultura del Buon Cibo - Festival della Dieta Med-Italiana” dal 26 aprile al 4 maggio 2014 nella centralissima e storica piazza Sant’Oronzo. Svolgendosi ad un anno esatto dall’apertura di Expo2015, verrà presentata al pubblico partecipante la mission dell’importante esposizione universale di Milano; sarà effettuata un’importante sperimentazione di accessibilità, con uno stand appositamente e opportunamente allestito per accogliere persone con disabilità. Il progetto "Dieta Med-Italiana" è nato tre anni fa ad opera di alcuni studenti del luogo che hanno scommesso il loro futuro lavorativo sulla tripla A: agricoltura, alimentazione, ambiente, ed è nato con l’obiettivo di diffondere, soprattutto verso giovani e giovanissimi, i buoni e sani principi della Dieta Mediterranea, promuovendone la conoscenza ed incentivando l’adozione dello stile di vita che la contraddistingue. E lo spirito oggi non è cambiato, anzi si è ulteriormente arricchito di alcune componenti che, di fatto, rendono il progetto “Dieta Med-Italiana” une delle più rilevanti azioni italiane a sostegno di buone pratiche comportamentali in tema alimentare, nutrizionale e salutistico.
Il programma del festival prevede diverse componenti: esposizione delle migliori produzioni agroalimentari del territorio con degustazione ed illustrazione delle tecniche di coltivazione e lavorazione; presentazione di prodotti novità; seminari di approfondimento in tema di agricoltura sostenibile; brevi corsi di formazione alimentare rivolti ai bambini delle elementari; focus monotematici sugli alimenti principali della dieta mediterranea; due agrimercati Campagna Amica a km 0; esempi di cibo da strada di qualità a km 0; MenuTipico nei ristoranti e AperiTipico nei bar.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
3 uova medie
115gr zucchero
80ml succo di limone
56gr burro
Buccia di limone
A META' DEL LAVORO ...
Mischiate velocemente le uova, lo zucchero ed il succo di limone, poi mettete a cuocere a bagnomaria girando costantemente con una frusta. Dopo 10 minuti circa - la curd non deve essere densa come una crema pasticcera - togliere dal fuoco ed aggiungere il burro a pezzetti. Una volta amalgamati gli ingredienti filtrate la curd con un passino, la densità dovrà essere molto vellutata. Alla fine, aggiungete la buccia di limone (facoltativo) che avrete tagliato a mano in striscette finissime! Conservate in frigo in contenitori ermetici, non oltre i 10 giorni.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Tutti gli ingredienti dovranno rigorosamente essere a temperatura ambiente. Il momento giusto per amalgamarli è quando l'acqua del bagnomaria sta per bollire, questo eviterà la formazion di fastidiosi grumi. Questa è una crema dal sapore molto agre; si usa solitamente nelle crostate, o nelle apple pie e si abbina perfettamente al cioccolato extra fondente. Se non sopportate un sapore così intenso potete stemperarla mischiando alla curd - dopo averla fatta freddare - della panna montata.
Vi ricordo l'altra version della curd al limone QUI
Il programma del festival prevede diverse componenti: esposizione delle migliori produzioni agroalimentari del territorio con degustazione ed illustrazione delle tecniche di coltivazione e lavorazione; presentazione di prodotti novità; seminari di approfondimento in tema di agricoltura sostenibile; brevi corsi di formazione alimentare rivolti ai bambini delle elementari; focus monotematici sugli alimenti principali della dieta mediterranea; due agrimercati Campagna Amica a km 0; esempi di cibo da strada di qualità a km 0; MenuTipico nei ristoranti e AperiTipico nei bar.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
3 uova medie
115gr zucchero
80ml succo di limone
56gr burro
Buccia di limone
A META' DEL LAVORO ...
Mischiate velocemente le uova, lo zucchero ed il succo di limone, poi mettete a cuocere a bagnomaria girando costantemente con una frusta. Dopo 10 minuti circa - la curd non deve essere densa come una crema pasticcera - togliere dal fuoco ed aggiungere il burro a pezzetti. Una volta amalgamati gli ingredienti filtrate la curd con un passino, la densità dovrà essere molto vellutata. Alla fine, aggiungete la buccia di limone (facoltativo) che avrete tagliato a mano in striscette finissime! Conservate in frigo in contenitori ermetici, non oltre i 10 giorni.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Tutti gli ingredienti dovranno rigorosamente essere a temperatura ambiente. Il momento giusto per amalgamarli è quando l'acqua del bagnomaria sta per bollire, questo eviterà la formazion di fastidiosi grumi. Questa è una crema dal sapore molto agre; si usa solitamente nelle crostate, o nelle apple pie e si abbina perfettamente al cioccolato extra fondente. Se non sopportate un sapore così intenso potete stemperarla mischiando alla curd - dopo averla fatta freddare - della panna montata.
Vi ricordo l'altra version della curd al limone QUI
Tuesday, February 25, 2014
SPäTZLE AGLI SPINACI E SALMONE e nuova campagna di educazione nutrizionale
Questa iniziativa merita sicuramente una eco maggiore. Ho deciso per questo motivo di copiarvi il comunicato stampa che mi è stato inviato
“Mangiar bene conviene”: campagna di educazione nutrizionale dei pediatri italiani. Saranno i circa 1.000 bambini e gli insegnanti della scuola primaria Montegrappa di Palermo - a dare vita alle attività che fanno parte del macro progetto di salute globale per le famiglie “Regaliamo futuro”. Il progetto è reso operativo sul territorio dal network GPS, un’alleanza fra genitori, pediatri e scuola per promuovere e sostenere l’educazione ad una sana alimentazione e a corretti stili di vita, in collaborazione con il ministero della Pubblica istruzione.
Non è un caso che questa campagna prenda il via proprio da Palermo: la Sicilia è infatti una delle regioni italiane nella quale si registrano tassi più elevati di obesità e sempre nel capoluogo siciliano sarà inaugurato il primo “Laboratorio del Gusto” destinato ai bambini delle scuole che aderiranno al progetto, in cui i principi della sana alimentazione prendono forma e si tramutano in piatti veri e propri.
Entro fine maggio, a conclusione della prima fase del percorso didattico, sulla base del testo “Al ristorante arcobaleno…vieni con noi a mangiare i colori”, le classi parteciperanno ad attività dedicate alla scoperta e all’abbinamento dei colori e dei sapori per trasformare gli alimenti in pietanze invitanti e fare propri i principi di un corretto stile di vita.
E’ lo chef Natale Giunta il testimonial di Mangiar bene conviene. "Purtroppo - spiega Giunta - le mamme hanno sempre meno tempo per preparare i cibi e preferiscono quelli già pronti. Questo progetto, oltre a coinvolgere i bambini in un percorso educazionale, sarà utile anche a far apprezzare alle loro mamme il piacere di una cucina gustosa e a scoprire come anche in poco tempo, con un pizzico di buona volontà, si possano realizzare ricette equilibrate e adatte ai propri figli”.
Per informazioni sulle attività e le adesioni al progetto, inviare una mail a info@editeam.it
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
Porzione per due
125gr farina 00
80gr spinaci
1 uovo
50ml acqua
Sale
Noce moscata
Per la salsa
Salmone in fette
Pachino
Burro
Cipolla
A META' DEL LAVORO ...
Fate cuocere gli spinaci, strizzateli bene ed aspettate che si raffreddino. Frullateli insieme all'uovo, l'acqua e condite con una presa di sale e noce moscata. Unire la farina setacciata e mischiare con un cucchiaio. L'impasto dovrà risultare abbastanza liquido, dovrà scivolare via dal cucchiaio in grosse gocce. Lasciate riposare per circa 15 minuti.
Nel frattempo, preparate il condimento: tagliate la cipolla molto finemente; fate sciogliere in una padella del burro e soffriggete la cipolla. Sbollentate i pachino e spellateli; eliminate i semi, tagliateli ed aggiungeteli al soffritto; fate cuocere per una decina di minuti. Per ultimo, aggiungete il salmone a pezzetti.
Con l'aiuto dell'apposito strumento fate cadere gli spätzle nell'acqua bollente, farli cuocere finché non vengono a galla (come gli gnocchi). Scolateli bene con una schiumarola e ripassarli velocemente nel condimento per amalgamare il tutto.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Gli spätzle sono molto diffusi in Alto Adige, Svizzera e Austria. Per ottenere la tipica forma è necessario usare l'apposito strumento chiamato spätzlehobel: una grattugia formata da una base bucherellata sulla quale scorre, avanti ed indietro, un recipiente che "taglia" l'impasto. La mia "capa", che è di origine tedesca, prima li lessa, poi li dispone in una pirofila da forno, li cosparge con un'abbondante colata di burro fuso ed abbondante formaggio Emmental; alla fine li fa gratinare velocemente a 220°.
“Mangiar bene conviene”: campagna di educazione nutrizionale dei pediatri italiani. Saranno i circa 1.000 bambini e gli insegnanti della scuola primaria Montegrappa di Palermo - a dare vita alle attività che fanno parte del macro progetto di salute globale per le famiglie “Regaliamo futuro”. Il progetto è reso operativo sul territorio dal network GPS, un’alleanza fra genitori, pediatri e scuola per promuovere e sostenere l’educazione ad una sana alimentazione e a corretti stili di vita, in collaborazione con il ministero della Pubblica istruzione.
Non è un caso che questa campagna prenda il via proprio da Palermo: la Sicilia è infatti una delle regioni italiane nella quale si registrano tassi più elevati di obesità e sempre nel capoluogo siciliano sarà inaugurato il primo “Laboratorio del Gusto” destinato ai bambini delle scuole che aderiranno al progetto, in cui i principi della sana alimentazione prendono forma e si tramutano in piatti veri e propri.
Entro fine maggio, a conclusione della prima fase del percorso didattico, sulla base del testo “Al ristorante arcobaleno…vieni con noi a mangiare i colori”, le classi parteciperanno ad attività dedicate alla scoperta e all’abbinamento dei colori e dei sapori per trasformare gli alimenti in pietanze invitanti e fare propri i principi di un corretto stile di vita.
E’ lo chef Natale Giunta il testimonial di Mangiar bene conviene. "Purtroppo - spiega Giunta - le mamme hanno sempre meno tempo per preparare i cibi e preferiscono quelli già pronti. Questo progetto, oltre a coinvolgere i bambini in un percorso educazionale, sarà utile anche a far apprezzare alle loro mamme il piacere di una cucina gustosa e a scoprire come anche in poco tempo, con un pizzico di buona volontà, si possano realizzare ricette equilibrate e adatte ai propri figli”.
Per informazioni sulle attività e le adesioni al progetto, inviare una mail a info@editeam.it
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
Porzione per due
125gr farina 00
80gr spinaci
1 uovo
50ml acqua
Sale
Noce moscata
Per la salsa
Salmone in fette
Pachino
Burro
Cipolla
A META' DEL LAVORO ...
Fate cuocere gli spinaci, strizzateli bene ed aspettate che si raffreddino. Frullateli insieme all'uovo, l'acqua e condite con una presa di sale e noce moscata. Unire la farina setacciata e mischiare con un cucchiaio. L'impasto dovrà risultare abbastanza liquido, dovrà scivolare via dal cucchiaio in grosse gocce. Lasciate riposare per circa 15 minuti.
Nel frattempo, preparate il condimento: tagliate la cipolla molto finemente; fate sciogliere in una padella del burro e soffriggete la cipolla. Sbollentate i pachino e spellateli; eliminate i semi, tagliateli ed aggiungeteli al soffritto; fate cuocere per una decina di minuti. Per ultimo, aggiungete il salmone a pezzetti.
Con l'aiuto dell'apposito strumento fate cadere gli spätzle nell'acqua bollente, farli cuocere finché non vengono a galla (come gli gnocchi). Scolateli bene con una schiumarola e ripassarli velocemente nel condimento per amalgamare il tutto.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Gli spätzle sono molto diffusi in Alto Adige, Svizzera e Austria. Per ottenere la tipica forma è necessario usare l'apposito strumento chiamato spätzlehobel: una grattugia formata da una base bucherellata sulla quale scorre, avanti ed indietro, un recipiente che "taglia" l'impasto. La mia "capa", che è di origine tedesca, prima li lessa, poi li dispone in una pirofila da forno, li cosparge con un'abbondante colata di burro fuso ed abbondante formaggio Emmental; alla fine li fa gratinare velocemente a 220°.
Tuesday, February 4, 2014
FALAFEL profumatissimi!
Una bella contrattura al collo era quello che ci voleva! Ovviamente, queste cose accadono nei momenti meno opportuni e quando meno te lo aspetti. Giro la testa per attraversare la strada e zac un dolore si propaga istantaneo dall'orecchio alla spalla. Un dolore che già conoscevo, purtroppo. Il fastidio di rimanere bloccati è quello che mi innervosisce di più, debilitata per una settimana sempre quando ci sono mille cose da fare, ma che - come vuole il caso - farò ugualmente dato che non possono essere rinviate. Questo tempo, umido e noioso mi sta veramente scocciando e i miei muscoli lo dimostrano parlando nella loro lingua: l'alfabeto dei crampi e delle contratture!! Mangiamoci su...
I falafel sono polpettine di ceci fritte, perfette per un aperitivo. Di origine mediorientale, sostituiscono la carne nei giorni di digiuno per i copti egiziani. La ricetta tradizionale prevede come ingrediente principale la fava, ma i più comuni sono quelli di ceci da servire con hummus, o con una crema più leggera a base di yogurt e thaina. Rigorosamente da mangiare calde...
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
250g ceci secchi Ecor
1 spicchio d'aglio
mezza cipolla bianca
1 cucchiaino e mezzo di cumino
1 cucchiaino erba cipollina
1 pizzico di curry
Prezzemolo
1/2 cucchiaino di bicarbonato
Sale e Pepe
2 pugni di farina
Olio di arachidi
A META' DEL LAVORO ...
Mettete in ammollo i ceci per almeno 24 ore (io solitamente li lascio 48 ore fin quando non si forma una schiumetta in superficie). Una volta pronti, scolate bene i ceci e con uno strofinaccio asciugarli il più possibile. Ora versate in un frullatore (non usare il frullatore ad immersione) i ceci, il cumino, la cipolla, la testa d'aglio, l'erba cipollina ed il prezzemolo. Frullate il tutto ma senza esagerare, il composto non dovrà essere una crema; dipenderà anche dal vostro gusto: a me piace lasciare il composto leggermente granuloso, in questo modo la polpetta risulterà più friabile e non troppo compatta. Una volta frullato il tutto, versate in un recipiente, aggiungete il bicarbonato, sale, pepe e curry. Lasciate riposare un'ora in frigo. Trascorso il tempo necessario, prima di formare le polpette, è sempre meglio aggiungere un pò di farina così da compattare gli ingredienti e non rischiare poi che le polpette si rompino durante la frittura. Riscaldate bene l'olio di arachidi; fiamma bassa e cuocete finchè l'esterno non sarà ben dorato.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
L'impasto è molto speziato, ma ovviamente ogniuno dosa le spezie a proprio piacere (è per questo motivo che non ho MAI assaggiato falafel uguali). C'è da dire però che la spezia "regina", senza la quale non si può parlare di falafel, è il cumino. Per chi non ama il prezzemolo può sostituirlo con la barbetta del finocchio, o con le foglie di sedano. Create delle polpette belle tonde senza schiacciarle troppo, altrimenti in cottura l'interno si seccherà quando invece la polpetta dovrà risultare molto croccante fuori ed umida al suo interno. I falafel si possono tranquillamente congelare e cuocere all'occorrenza senza doverli prima togliere dal freezer.
I falafel sono polpettine di ceci fritte, perfette per un aperitivo. Di origine mediorientale, sostituiscono la carne nei giorni di digiuno per i copti egiziani. La ricetta tradizionale prevede come ingrediente principale la fava, ma i più comuni sono quelli di ceci da servire con hummus, o con una crema più leggera a base di yogurt e thaina. Rigorosamente da mangiare calde...
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
250g ceci secchi Ecor
1 spicchio d'aglio
mezza cipolla bianca
1 cucchiaino e mezzo di cumino
1 cucchiaino erba cipollina
1 pizzico di curry
Prezzemolo
1/2 cucchiaino di bicarbonato
Sale e Pepe
2 pugni di farina
Olio di arachidi
A META' DEL LAVORO ...
Mettete in ammollo i ceci per almeno 24 ore (io solitamente li lascio 48 ore fin quando non si forma una schiumetta in superficie). Una volta pronti, scolate bene i ceci e con uno strofinaccio asciugarli il più possibile. Ora versate in un frullatore (non usare il frullatore ad immersione) i ceci, il cumino, la cipolla, la testa d'aglio, l'erba cipollina ed il prezzemolo. Frullate il tutto ma senza esagerare, il composto non dovrà essere una crema; dipenderà anche dal vostro gusto: a me piace lasciare il composto leggermente granuloso, in questo modo la polpetta risulterà più friabile e non troppo compatta. Una volta frullato il tutto, versate in un recipiente, aggiungete il bicarbonato, sale, pepe e curry. Lasciate riposare un'ora in frigo. Trascorso il tempo necessario, prima di formare le polpette, è sempre meglio aggiungere un pò di farina così da compattare gli ingredienti e non rischiare poi che le polpette si rompino durante la frittura. Riscaldate bene l'olio di arachidi; fiamma bassa e cuocete finchè l'esterno non sarà ben dorato.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
L'impasto è molto speziato, ma ovviamente ogniuno dosa le spezie a proprio piacere (è per questo motivo che non ho MAI assaggiato falafel uguali). C'è da dire però che la spezia "regina", senza la quale non si può parlare di falafel, è il cumino. Per chi non ama il prezzemolo può sostituirlo con la barbetta del finocchio, o con le foglie di sedano. Create delle polpette belle tonde senza schiacciarle troppo, altrimenti in cottura l'interno si seccherà quando invece la polpetta dovrà risultare molto croccante fuori ed umida al suo interno. I falafel si possono tranquillamente congelare e cuocere all'occorrenza senza doverli prima togliere dal freezer.
Tuesday, January 21, 2014
RAVIOLI AL VAPORE: BAOZI
Oggi, parliamo della cottura al vapore. Ho scoperto la praticità di cuocere con la vaporiera elettrica da poco, ovviamente, per merito della mamma che me l'ha regalata. E' pratica, non si sporca eccessivamente, è veloce - verdure in massimo 20 minuti - ma soprattutto salutare. Riscoprirete infatti sapori completamente diversi e vi diverterete a sperimentare questa cottura con qualsiasi tipo di alimento. Per ora quello che mi ha colpito di meno è il pollo, in quanto conserva troppo il suo sapore originario e a chi non piace la carne - come me - penso che non lo apprezzerà più di tanto. Invece, la verdura che mi ha conquistato è la cipolla con il suo sapore zuccherino! A tal proposito, infatti, altra nota positiva di usare il vapore è l'alta digeribilità conferita alle pietanze.
La ricetta che vi propongo è molto sfiziosa da fare al vapore. Sicuramente non tra le più facili ma è la giusta soluzione per portare un pò di oriente home made a casa vostra. Questi ravioli si chiamano Baozi (Bao-zzzé), detti anche bao o bau: è un tipo di panino ripieno di carne e verdure fatto di pasta di pane e cotto al vapore. Da non confondere con i "cugini" dal nome molto simile, i ravioli Jaozi (Jao-zzzé) molto popolari in Cina, Giappone e Corea, cotti al vapore o lessati; ripieni di carne e/o verdura. L'ingrediente chiave che diversifica gli impasti è l'acqua (calda o fredda): l'impasto lavorato con acqua fredda sarà piu' consistente e riesce a reggere la cottura in acqua bollente; l'impasto con acqua calda è piu' delicato, la pasta è più lucida e viene riservato alla cottura al vapore.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...! 20 ravioli
250 gr farina 00
150 ml acqua
Un pizzico di sale
2 cucchiai di olio
3gr di lievito
Ingredienti per il ripieno
150 gr carne di suino macinata
1 carota
100 gr cavolo (cinese)
1 porro
Zenzero q.b.
2 cucchiai salsa di soia
Sale, pepe ed erba cipollina
A META' DEL LAVORO ...
Disponete a fontana la farina; versare al centro l’acqua calda, sale, lievito e i due cucchiai di olio. Lavorare l’impasto finché la pasta non risulterà liscia ed elastica, se necessario aggiungere acqua. Infine, avvolgerla nella pellicola trasparente e lasciare riposare in frigo per minimo mezz'ora.
Nel frattempo preparare il ripieno dei ravioli: in un mixer tritare la carota insieme al porro. Tagliare a listarelle le foglie di cavolo (da preferire il cavolo cinese), cospargere di sale e lasciarle macerare per 10 minuti affinché perdano la loro acqua. Lavorate a parte il macinato: ammorbidire la carne con mezzo bicchiere di acqua e successivamente versate anche la salsa di soia. Ora unire alla carne il cavolo strizzato e sminuzzato, la carota ed il porro tritati, condite con sale, pepe, zenzero (preferibilmente grattugiato fresco). Schiacciare bene con una forchetta per amalgamare e compattare il tutto. Lasciare riposare il ripieno mezz'ora in frigorifero affinché tutti gli ingredienti si insaporiscano.
Stendere la pasta su una spianatoia infarinata, ricavate dei dischi di circa 7 cm aiutandovi con un tagliapasta. Con un piccolo mattarello spianare ulteriormente l'impasto che rispetto al ripieno dovrà avanzare abbondantemente, così vi sarà più semplice sigillare i ravioli. Disponete un cucchiaio di ripieno al centro di ogni disco, inumidire il bordo con acqua e chiudete il raviolo.
Per la tecnica utilizzata per chiudere i ravioli guardate questi video molto esplicativi:
http://www.youtube.com/watch?v=V3FYCE5DHH4
http://www.youtube.com/watch?v=nnMrjQQCsvQ http://www.youtube.com/watch?v=CIsmcxkZdVw
http://www.youtube.com/watch?v=Gg4D_TcdD9Y
Cuocere i ravioli nella vaporiera: adagiateli su foglie di cavolo (adatte quelle esterne che sono più spesse e che di solito vanno buttate) facendo attenzione a non accostare troppo i ravioli tra loro. Cuocere per circa 15/20 minuti, fin quando l'impasto inizierà a diventare trasparente. Prima di servire versare sui ravioli caldi un pò di salsa di soia.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
La tradizione prevede l'utilizzo della carne di maiale, ma può essere sostituita con carne di manzo oppure un misto di carni rosse e bianche. Altri condimenti tradizionali per il ripieno dei ravioli sono: gamberi, aneto come spezia ed il sakè in alternativa, o versato insieme alla salsa di soia. Se l’impasto vi sembra eccessivamente umido aggiungere un mezzo cucchiaino di maizena.
La ricetta che vi propongo è molto sfiziosa da fare al vapore. Sicuramente non tra le più facili ma è la giusta soluzione per portare un pò di oriente home made a casa vostra. Questi ravioli si chiamano Baozi (Bao-zzzé), detti anche bao o bau: è un tipo di panino ripieno di carne e verdure fatto di pasta di pane e cotto al vapore. Da non confondere con i "cugini" dal nome molto simile, i ravioli Jaozi (Jao-zzzé) molto popolari in Cina, Giappone e Corea, cotti al vapore o lessati; ripieni di carne e/o verdura. L'ingrediente chiave che diversifica gli impasti è l'acqua (calda o fredda): l'impasto lavorato con acqua fredda sarà piu' consistente e riesce a reggere la cottura in acqua bollente; l'impasto con acqua calda è piu' delicato, la pasta è più lucida e viene riservato alla cottura al vapore.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...! 20 ravioli
250 gr farina 00
150 ml acqua
Un pizzico di sale
2 cucchiai di olio
3gr di lievito
Ingredienti per il ripieno
150 gr carne di suino macinata
1 carota
100 gr cavolo (cinese)
1 porro
Zenzero q.b.
2 cucchiai salsa di soia
Sale, pepe ed erba cipollina
A META' DEL LAVORO ...
Disponete a fontana la farina; versare al centro l’acqua calda, sale, lievito e i due cucchiai di olio. Lavorare l’impasto finché la pasta non risulterà liscia ed elastica, se necessario aggiungere acqua. Infine, avvolgerla nella pellicola trasparente e lasciare riposare in frigo per minimo mezz'ora.
Nel frattempo preparare il ripieno dei ravioli: in un mixer tritare la carota insieme al porro. Tagliare a listarelle le foglie di cavolo (da preferire il cavolo cinese), cospargere di sale e lasciarle macerare per 10 minuti affinché perdano la loro acqua. Lavorate a parte il macinato: ammorbidire la carne con mezzo bicchiere di acqua e successivamente versate anche la salsa di soia. Ora unire alla carne il cavolo strizzato e sminuzzato, la carota ed il porro tritati, condite con sale, pepe, zenzero (preferibilmente grattugiato fresco). Schiacciare bene con una forchetta per amalgamare e compattare il tutto. Lasciare riposare il ripieno mezz'ora in frigorifero affinché tutti gli ingredienti si insaporiscano.
Stendere la pasta su una spianatoia infarinata, ricavate dei dischi di circa 7 cm aiutandovi con un tagliapasta. Con un piccolo mattarello spianare ulteriormente l'impasto che rispetto al ripieno dovrà avanzare abbondantemente, così vi sarà più semplice sigillare i ravioli. Disponete un cucchiaio di ripieno al centro di ogni disco, inumidire il bordo con acqua e chiudete il raviolo.
Per la tecnica utilizzata per chiudere i ravioli guardate questi video molto esplicativi:
http://www.youtube.com/watch?v=V3FYCE5DHH4
http://www.youtube.com/watch?v=nnMrjQQCsvQ http://www.youtube.com/watch?v=CIsmcxkZdVw
http://www.youtube.com/watch?v=Gg4D_TcdD9Y
Cuocere i ravioli nella vaporiera: adagiateli su foglie di cavolo (adatte quelle esterne che sono più spesse e che di solito vanno buttate) facendo attenzione a non accostare troppo i ravioli tra loro. Cuocere per circa 15/20 minuti, fin quando l'impasto inizierà a diventare trasparente. Prima di servire versare sui ravioli caldi un pò di salsa di soia.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
La tradizione prevede l'utilizzo della carne di maiale, ma può essere sostituita con carne di manzo oppure un misto di carni rosse e bianche. Altri condimenti tradizionali per il ripieno dei ravioli sono: gamberi, aneto come spezia ed il sakè in alternativa, o versato insieme alla salsa di soia. Se l’impasto vi sembra eccessivamente umido aggiungere un mezzo cucchiaino di maizena.
Tuesday, November 19, 2013
CROSTATA LEMON CURD
Come ritrovare l'ispirazione in cucina? Ho la sensazione che tutti questi programmi televisivi; tutti questi social sul cibo; immagini ovunque televisione, giornali e trasmissioni radiofoniche ci stanno trasformando in maniaci della spesa. C'è chi finisce per essere intollerante a tutto, chi invece diventa cibo dipendente. Non vi fa paura questa realtà che ormai sembra diffusissima? Troppa speculazione, i media ne approfittano ed anche l'econimia ne approfitta: l'italiano risparima su tutto ma quando si tratta di cibo non guarda in faccia a nessuno. Ho la sensazione che la mia assenza dal blog mi abbia fatto diventare ancora più critica su questo tema. Ritornando alla prima domanda posta, sono convinta che la cucina sia lo specchio dello stato d'animo di ognuno: la convivenza mi dovrebbe stimolare la fantasia ancora di più, invece ora ho ansia da prestazione!!
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
Per la frolla
250 gr di farina
150 gr di burro freddo
100 gr di zucchero a velo
un baccello di vaniglia
2 tuorli
1 pizzico di sale
1 pizzico di bicarbonato
Per la lemon curd
2 limoni non trattati
3 uova intere + 2 tuorli
120 gr di zucchero
100 gr di burro
1 cucchiaino di maizena
Vaniglia
Per la decorazione
Goccie di cioccolato fondente
A META' DEL LAVORO ...
Per la crema
Grattugiate la scorza dei 2 limoni. Estraete il succo e versateci dentro il cucchiaino di maizena. In un pentolino scogliete il burro a bagnomaria ed aggiungete anche lo zucchero; mescolate con un cucchiaio di legno finchè non si sarà sciolto. Unite anche le uova leggermente sbattute, il succo di limone, la scorza grattugiata e la polpa della bacca di vaniglia. La fiamma sotto il pentolino dovrà essere molto bassa e l'acqua del bagnomarina non dovrà bollire; mescolate costantemente per evitare che l’uovo si rapprenda. Continuate la cottura fin quando la crema non avrà la giusta densità (fate sempre la solita prova con il cucchiaio di legno: sollevando il cucchiaio la crema non dovrà scivolar via). Prendete ora un colino a maglia molto fine e setacciate la crema per eliminare la buccia di limone ed eventuali grumi.
Per la frolla
Setacciare la farina sul vostro tavolo da lavoro, versare al centro lo zucchero ed infine il burro freddo a pezzetti. Cominciare ad amalgamare dal centro; quando il burro inizierà ad essere più semplice da lavorare aggiungere i tuorli leggermente sbattuti, il pizzico di bicarbonato ed il sale. Per stendere la frolla utilizzate della carta forno posizionando un foglio sul piano di lavoro e un altro sulla frolla; in questo modo sarà più facile stenderla. Foderate lo stampo e mettete a riposare in frigorifero per 30 minuti. Bucherellare il fondo, coprire con dei legumi secchi (meglio ancora se avete le apposite sfere di ceramica) e fate cuocere in forno a 180° per 20/30 minuti. Quando si sarà raffreddata versate la lemon curd; livellarla e decorate.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Potete conservare la lemon curd in frigo per qualche giorno.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
Per la frolla
250 gr di farina
150 gr di burro freddo
100 gr di zucchero a velo
un baccello di vaniglia
2 tuorli
1 pizzico di sale
1 pizzico di bicarbonato
Per la lemon curd
2 limoni non trattati
3 uova intere + 2 tuorli
120 gr di zucchero
100 gr di burro
1 cucchiaino di maizena
Vaniglia
Per la decorazione
Goccie di cioccolato fondente
A META' DEL LAVORO ...
Per la crema
Grattugiate la scorza dei 2 limoni. Estraete il succo e versateci dentro il cucchiaino di maizena. In un pentolino scogliete il burro a bagnomaria ed aggiungete anche lo zucchero; mescolate con un cucchiaio di legno finchè non si sarà sciolto. Unite anche le uova leggermente sbattute, il succo di limone, la scorza grattugiata e la polpa della bacca di vaniglia. La fiamma sotto il pentolino dovrà essere molto bassa e l'acqua del bagnomarina non dovrà bollire; mescolate costantemente per evitare che l’uovo si rapprenda. Continuate la cottura fin quando la crema non avrà la giusta densità (fate sempre la solita prova con il cucchiaio di legno: sollevando il cucchiaio la crema non dovrà scivolar via). Prendete ora un colino a maglia molto fine e setacciate la crema per eliminare la buccia di limone ed eventuali grumi.
Per la frolla
Setacciare la farina sul vostro tavolo da lavoro, versare al centro lo zucchero ed infine il burro freddo a pezzetti. Cominciare ad amalgamare dal centro; quando il burro inizierà ad essere più semplice da lavorare aggiungere i tuorli leggermente sbattuti, il pizzico di bicarbonato ed il sale. Per stendere la frolla utilizzate della carta forno posizionando un foglio sul piano di lavoro e un altro sulla frolla; in questo modo sarà più facile stenderla. Foderate lo stampo e mettete a riposare in frigorifero per 30 minuti. Bucherellare il fondo, coprire con dei legumi secchi (meglio ancora se avete le apposite sfere di ceramica) e fate cuocere in forno a 180° per 20/30 minuti. Quando si sarà raffreddata versate la lemon curd; livellarla e decorate.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Potete conservare la lemon curd in frigo per qualche giorno.
Monday, September 23, 2013
CRUMBLE DI PESCHE AL VINO ROSSO
Ecco, come volevasi dimostrare, un colpo di freddo e giù con il primo raffreddore della stagione. Per di più un sabato mattina lavorativo cominciato con un capello bianco, il primo! Giornata decisamente da dimenticare. Odio curarmi con i medicinali ma l'aspirina l'ho dovuta prendere perchè il mal di testa era insopportabile. In queste situazioni una bella camomilla calda con un pò di miele è l'unica cosa che mi porta un pò di sollievo. Basta, ho bisogno di staccare un attimo: un pò di riposo arriverà il mese prossimo ma il tempo sembra non passare mai (anche se il capello bianco è a dimostrazione del contrario). Ad ottobre mi dedicherò alla casuccia nuova e finalmente pubblicherò altre ricettine che sostano in versione "bozza" da una vita. Nel frattempo un dolcetto da "figurone"...
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
150g farina 00
100g burro
4 cucchiai di zucchero
1 pizzico di bicarbonato
3 pesche grosse (percoche)
1 bicchiere di vino rosso
4 cucchiai di zucchero
Pirofila Le Creuset
A META' DEL LAVORO ...
Prima di procedere con la preparazione dell'impasto assicuratevi che il burro sia abbastanza morbido per impastare con facilità. Mischiate in un contenitore quattro cucchiai di zucchero, il burro a temperatura ambiente, il bicarbonato e la farina. Sgranate con le mani la frolla, che non dovrà compattarsi ma rimanere "briciolosa". In una pentola capiente versate il bicchiere di vino rosso dove farete sciogliere a fiamma bassa i restanti quattro cucchiai di zucchero. Una volta sciolto aggiungete le pesche che avrete tagliato grossolanamente. Fatele insaporire e "colorare" bene; io le ho cotte nel vino per un quarto d'ora ma dipende molto dal tipo di pesca che userete. Consiglio quindi di assaggiare la frutta e valutarne il sapore. Una volta pronte, scolate le pesche e conservate lo sciroppo. Versate sul fondo di una pirofila da forno un pò di impasto "sbriciolato", sopra distribuite le pesche e completate sbriciolando il resto della frolla. In forno per 15/20 minuti circa, il crumble sarà pronto quando avrà un bel colore bruno sulla superficie.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Date un'occhiata anche a questa vecchia/attuale ricetta:
Crumble mele e cioccolato.
Suggerimenti: non tagliate la frutta in pezzi troppo piccoli altrimenti finiranno per spappolarsi nel vino. Scegliete un tipo di pesca resistente, dalla polpa compatta tipo le percoche (a roma le chiamano "giallone"); evitate le pesche noci. Distribuite sul fondo della pirofila una quantità minima di impasto; diversamente la frolla si spugnerà al contatto con la frutta diventando collosa. Se piace potete profumare la frolla con un cucchiaino di cannella.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
150g farina 00
100g burro
4 cucchiai di zucchero
1 pizzico di bicarbonato
3 pesche grosse (percoche)
1 bicchiere di vino rosso
4 cucchiai di zucchero
Pirofila Le Creuset
A META' DEL LAVORO ...
Prima di procedere con la preparazione dell'impasto assicuratevi che il burro sia abbastanza morbido per impastare con facilità. Mischiate in un contenitore quattro cucchiai di zucchero, il burro a temperatura ambiente, il bicarbonato e la farina. Sgranate con le mani la frolla, che non dovrà compattarsi ma rimanere "briciolosa". In una pentola capiente versate il bicchiere di vino rosso dove farete sciogliere a fiamma bassa i restanti quattro cucchiai di zucchero. Una volta sciolto aggiungete le pesche che avrete tagliato grossolanamente. Fatele insaporire e "colorare" bene; io le ho cotte nel vino per un quarto d'ora ma dipende molto dal tipo di pesca che userete. Consiglio quindi di assaggiare la frutta e valutarne il sapore. Una volta pronte, scolate le pesche e conservate lo sciroppo. Versate sul fondo di una pirofila da forno un pò di impasto "sbriciolato", sopra distribuite le pesche e completate sbriciolando il resto della frolla. In forno per 15/20 minuti circa, il crumble sarà pronto quando avrà un bel colore bruno sulla superficie.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Date un'occhiata anche a questa vecchia/attuale ricetta:
Crumble mele e cioccolato.
Suggerimenti: non tagliate la frutta in pezzi troppo piccoli altrimenti finiranno per spappolarsi nel vino. Scegliete un tipo di pesca resistente, dalla polpa compatta tipo le percoche (a roma le chiamano "giallone"); evitate le pesche noci. Distribuite sul fondo della pirofila una quantità minima di impasto; diversamente la frolla si spugnerà al contatto con la frutta diventando collosa. Se piace potete profumare la frolla con un cucchiaino di cannella.
Sunday, August 25, 2013
BROWNIES AL CAFFE'
La mamma è sempre la mamma, e questa mia avventura di "coatta solitudine" - un'estate senza ferie è una forzatura per tutti - sarebbe stata veramente triste. Un giorno il citofono suonava insistentemente; i miei zii, che mi sapevano a casa ad annoiarmi, erano venuti in soccorso. Pochi secondi dopo suona il campanello di casa e appare la Mamy ^_^ Che gioia immensa. Sapere che lei c'è sempre, amore incondizionato per l'eternità. A pensare non è proprio così per tutti... Lunghe passeggiate, chiacchierate e risate, proprio come due amiche che non si vedono da tanto, troppo tempo. Anche fare nulla è più bello quando sei con lei. Torni a casa da lavoro e senti quei profumini che ti fanno rinvenire dalla stanchezza accumulata. Purtroppo queste sorprese durano sempre poco, ma bastano per ritrovare la carica che ti "scorta" verso la fine dell'estate; quando tutti ritornano.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
120g farina 00
2 cucchiai di cacao amaro
120g burro
1 cucchiaino caffè solubile Tea&Coffee house
150g cioccolato fondente
Un pizzico di zenzero
Un pizzico di sale
150g zucchero semolato
50g zucchero di canna
3 uova grandi
A META' DEL LAVORO ...
Foderate uno stampo di 20cm di lunghezza con carta forno. Setacciate la farina con il cacao, lo zenzero ed il sale. In un pentolino capiente fate sciogliere a fiamma bassa il burro ed il caffè; una volta sciolti aggiungete il cioccolato a pezzi. Mescolate costantemente con un cucchiaio per non far bruciare il tutto. Quando si saranno amalgamati bene togliete dal fuoco ed aggiungete i due tipi di zucchero; mescolate finché il composto non risulterà più granuloso. Unite il mix di farina ed amalgamate velocemente. Versare l'impasto nello stampo e livellare la superficie. In forno preriscaldato a 180°, per 30 minuti circa.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
La preparazione dei brownies deve avvenire molto rapidamente affinché gli ingredineti non si freddino del tutto. Prima di rivestire lo stampo, bagnate la carta forno e strizzatela. In questo modo sarà più semplice applicarla. I brownies saranno pronti quando sulla superficie inizieranno ad esserci delle crepe. Prima di tagliarli fateli raffreddare completamente.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
120g farina 00
2 cucchiai di cacao amaro
120g burro
1 cucchiaino caffè solubile Tea&Coffee house
150g cioccolato fondente
Un pizzico di zenzero
Un pizzico di sale
150g zucchero semolato
50g zucchero di canna
3 uova grandi
A META' DEL LAVORO ...
Foderate uno stampo di 20cm di lunghezza con carta forno. Setacciate la farina con il cacao, lo zenzero ed il sale. In un pentolino capiente fate sciogliere a fiamma bassa il burro ed il caffè; una volta sciolti aggiungete il cioccolato a pezzi. Mescolate costantemente con un cucchiaio per non far bruciare il tutto. Quando si saranno amalgamati bene togliete dal fuoco ed aggiungete i due tipi di zucchero; mescolate finché il composto non risulterà più granuloso. Unite il mix di farina ed amalgamate velocemente. Versare l'impasto nello stampo e livellare la superficie. In forno preriscaldato a 180°, per 30 minuti circa.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
La preparazione dei brownies deve avvenire molto rapidamente affinché gli ingredineti non si freddino del tutto. Prima di rivestire lo stampo, bagnate la carta forno e strizzatela. In questo modo sarà più semplice applicarla. I brownies saranno pronti quando sulla superficie inizieranno ad esserci delle crepe. Prima di tagliarli fateli raffreddare completamente.
Monday, July 15, 2013
TABULE' e la cucina levantina
Il Tabbouleh, che in lingua araba vuol dire "leggermente speziato", è un piatto che si serve freddo all'inizio dei pasti. Oltre ad essere molto semplice da preparare, è una pietanza light. Ma prima di deliziarvi con la ricetta, voglio scrivere due righe sull'ingrediente che domina il piatto: il bulgur. Per bulgur o burgul, forse originario dell'Anatolia, si intende il grano germogliato e si ottiene scottando a vapore, i chicci di grano duro germogliato, che viene poi essiccato ed infine spezzato o macinato.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
50g bulgur
2 pomodori
1/2 cetriolo
1/2 cipolla
menta abbondante
2 coste di finocchio
limone
sale, olio
A META' DEL LAVORO ...
Mettere il bulgur in ammollo con acqua calda, non bollente, tanta da coprirlo. Dopo un'ora assaggiatelo e se non è ancora pronto, cambiate l'acqua e mettetene della nuova, sempre calda. Nel frattempo con un robot, sminuzzate finemente il cetriolo (privato dei semini interni), la cipolla, la menta ed il finocchio; tagliate a cubetti molto piccoli i pomodori e mettete a macerare il tutto in un contenitore con il succo di mezzo limone, sale ed olio. Quando il bulgur sarà pronto, scolatelo bene e mischiatelo al condimento; lasciate a riposare per qualche minuto e buon appetito!
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Da precisare che le dosi sono per una sola persona (questa volta non avevo ospiti a casa ^_^ strano). La ricetta originale prevede il peperone giallo, ma io non lo digerisco ed l'ho sostituito con il finocchio. Il bulgur che troviamo in Italia, si può mangiare bollito, cotto a vapore o - come consiglio io, per non privarlo completamente delle sue qualità nutritive - messo in ammollo in acqua calda, ma non troppo, per almeno 1ora.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
50g bulgur
2 pomodori
1/2 cetriolo
1/2 cipolla
menta abbondante
2 coste di finocchio
limone
sale, olio
A META' DEL LAVORO ...
Mettere il bulgur in ammollo con acqua calda, non bollente, tanta da coprirlo. Dopo un'ora assaggiatelo e se non è ancora pronto, cambiate l'acqua e mettetene della nuova, sempre calda. Nel frattempo con un robot, sminuzzate finemente il cetriolo (privato dei semini interni), la cipolla, la menta ed il finocchio; tagliate a cubetti molto piccoli i pomodori e mettete a macerare il tutto in un contenitore con il succo di mezzo limone, sale ed olio. Quando il bulgur sarà pronto, scolatelo bene e mischiatelo al condimento; lasciate a riposare per qualche minuto e buon appetito!
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Da precisare che le dosi sono per una sola persona (questa volta non avevo ospiti a casa ^_^ strano). La ricetta originale prevede il peperone giallo, ma io non lo digerisco ed l'ho sostituito con il finocchio. Il bulgur che troviamo in Italia, si può mangiare bollito, cotto a vapore o - come consiglio io, per non privarlo completamente delle sue qualità nutritive - messo in ammollo in acqua calda, ma non troppo, per almeno 1ora.
Tuesday, May 21, 2013
RISO ALLA CANTONESE profumo d'Oriente
Quali sono gli argomenti più "stuzzichevoli" per un blog? Ci sono più scuole di pensiero: quelli che pretendono di fare scuola organizzando vere e proprie lezioni su "cosa scrivere se sei una blogger" - e con questa definizione io sinceramente mi sentirei un pò offesa - e c'è chi invece non spende nemmeno due minuti del suo prezioso tempo per formulare una frase di senso compiuto. Bene, dove sta l'errore; o meglio, esiste veramente una "blog scrittura"? Tutto ciò mi sembra una forzatura. Penso che il nocciolo della questione sia aver ben chiara la filosofia che si sceglie per il proprio blog e che bisogna portare avanti fino alla fine! Personalmente - non sono una cuoca, né una scrittrice - preferisco far vivere questo spazio come una semplice finestra sulla vita "reale" - quella che non si può nascondete dietro lo schermo del mondo 2.0 - quella piena di problemi, quella dove un giorno ti gira bene, il giorno dopo basta un pò di pioggia per impostarti in modalità "mi chiudo in casa, non voglio vedere nessuno". Il pericolo infatti è proprio questo: nascondersi e navigare in qualche "mondo parallelo", come può essere quello di fornelli e ricette. Essere se stessi, è quello l'importante...
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
6 cucchiai di riso basmati
150g prosciutto cotto a dadini
150g piselli
2 cucchiai salsa di soia
2 cucchiai olio di semi
2 uova
Curry
A META' DEL LAVORO ...
Il riso basmati per molti è un tasto dolente. Vediamo un pò come IO sono solita cucinarlo: sciacquare bene il riso più volte fin quando l'acqua non risulterà limpida (aiutatevi posizionando una ciotolina sotto il colino che contiene il riso). In questo modo eliminerete l'amido in eccesso e la cottura sarà più semplice e veloce. Lasciate a bagno il riso per circa 10 minuti, ma il tempo di ammollo dipenderà molto dal tipo di basmati scelto (questo passaggio è facoltativo). Calcolate che una tazza di riso corrisponde ad una tazza d'acqua; mettete quindi a cuocere con un cucchiaio d'olio. Il tempo di cottura potrà variare, generalmente dai 5 ai 10 minuti. Il trucco sta anche nell'evitare di aggiungere altra acqua durante la cottura.
Nel frattempo prepariamo il condimento: lessate i piselli e tagliate il prosciutto a dadini. In una padella capiente - la più adatta sarebbe una Wok, che non ho mai capito se è maschile o femminile! - versate due cucchiai di olio di semi fate riscaldare e versate le due uova sbattute, lasciate compattare la frittatina per pochi secondi e poi iniziate a frantumarla. Aggiungete poi i piselli ed il prosciutto, fate saltare a fiamma vivace. Ora versate i due cucchiai di salsa di soia, mischiate bene ed infine aggiungete il riso, il tempo di amalgamare il tutto. Terminate con una spolverata di Curry.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Suggerimenti: io aggiungo nell'acqua di cottura dei piselli un cucchiaino di Curcuma per dargli un tocco in più. Attenzione quando aggiungete le uova sbattute, se le mischiate troppo presto e troppo energicamente si spappoleranno e diventeranno impercettibili in tutto il resto del condimento. Come avrete notato non ho salato né l'acqua del riso, né l'acqua dei piselli perchè la salsa di soia è solitamente molto molto saporita; assaggiatela prima di iniziare a preparare il piatto. Non fate scuocere il riso proprio all'ultimo; spegnete il fuoco prima di mischiarlo al condimento. Vi consiglio di dare un'occhiata a questa pagina del blog La mia cucina indiana, che spiega perfettamente i vari modi di cucinare il riso basmati.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
6 cucchiai di riso basmati
150g prosciutto cotto a dadini
150g piselli
2 cucchiai salsa di soia
2 cucchiai olio di semi
2 uova
Curry
A META' DEL LAVORO ...
Il riso basmati per molti è un tasto dolente. Vediamo un pò come IO sono solita cucinarlo: sciacquare bene il riso più volte fin quando l'acqua non risulterà limpida (aiutatevi posizionando una ciotolina sotto il colino che contiene il riso). In questo modo eliminerete l'amido in eccesso e la cottura sarà più semplice e veloce. Lasciate a bagno il riso per circa 10 minuti, ma il tempo di ammollo dipenderà molto dal tipo di basmati scelto (questo passaggio è facoltativo). Calcolate che una tazza di riso corrisponde ad una tazza d'acqua; mettete quindi a cuocere con un cucchiaio d'olio. Il tempo di cottura potrà variare, generalmente dai 5 ai 10 minuti. Il trucco sta anche nell'evitare di aggiungere altra acqua durante la cottura.
Nel frattempo prepariamo il condimento: lessate i piselli e tagliate il prosciutto a dadini. In una padella capiente - la più adatta sarebbe una Wok, che non ho mai capito se è maschile o femminile! - versate due cucchiai di olio di semi fate riscaldare e versate le due uova sbattute, lasciate compattare la frittatina per pochi secondi e poi iniziate a frantumarla. Aggiungete poi i piselli ed il prosciutto, fate saltare a fiamma vivace. Ora versate i due cucchiai di salsa di soia, mischiate bene ed infine aggiungete il riso, il tempo di amalgamare il tutto. Terminate con una spolverata di Curry.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Suggerimenti: io aggiungo nell'acqua di cottura dei piselli un cucchiaino di Curcuma per dargli un tocco in più. Attenzione quando aggiungete le uova sbattute, se le mischiate troppo presto e troppo energicamente si spappoleranno e diventeranno impercettibili in tutto il resto del condimento. Come avrete notato non ho salato né l'acqua del riso, né l'acqua dei piselli perchè la salsa di soia è solitamente molto molto saporita; assaggiatela prima di iniziare a preparare il piatto. Non fate scuocere il riso proprio all'ultimo; spegnete il fuoco prima di mischiarlo al condimento. Vi consiglio di dare un'occhiata a questa pagina del blog La mia cucina indiana, che spiega perfettamente i vari modi di cucinare il riso basmati.
Monday, April 8, 2013
TORTA DI MELE ALSAZIANA
Oggi giornata no: il ginocchio, che ormai mi fa male da ben tre settimane, mi sta decisamente snervando; le lastre non dicono nulla, il dottore mi ha imposto solo il riposo e nessuna diagnosi soddisfacente. Faccio kickboxing e ora lo guardo con il binocolo. Le latre smaltiscono le uova di Pasqua e io qui a lievitare! Non sono abituata a stare ferma, né a fare attività "da femminuccia" - senza offesa per nessuno - mi alleno da quando avevo quattro anni: dalla danza classica, all'aerobica, al corpo libero, ma come mi ha aiutato fare kickboxing - sia a livello di fisico, sia per staccare dai soliti problemi - nessun'altro. Credo che ogni momento di crescita personale abbia bisogno del suo sport ed io amo cambiare e mettermi alla prova. Forse l'unica cosa che mi manca da provare è Yoga: tutti me ne parlano bene e sono sicura che ad una come me - ansiosa e piena di paure - sarebbe una mano santa, ma il solo pensiero di stare fermi mi innervosisce! Questa è l'ultima fetta che assaggerò: Tarte alsacienne - da non confondere con la Tarte Normande (la differenza dovrebbe stare nel ripieno ma non ho trovato nessuna fonte attendibile) - è un "must" francese...
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA...!
PER LA FROLLA (MONTERSINO)
100g zucchero a velo
250g farina 00
150g burro
40g tuorli d'uovo
2g sale
PER IL RIPIENO
4 mele Pink Lady
Marmellata albicocca Mariangela Prunotto
50g amaretti
Limone
SALSA
2 uova (1 uovo + 1 tuorlo)
100ml panna fresca
70g zucchero
2 cucchiai di Marsala
A META' DEL LAVORO...
Per il procedimento della frolla di Montersino, vi rimando alla mia ricetta della TARTE TATIN. Mentre l'impasto riposa in frigo, tagliate le mele a spicchi non troppo grossi, metteteli subito in una ciotola con tanto limone. Schiacciate gli amaretti senza ridurli in polvere. Trascorso il tempo di riposo in frigo, stendete la frolla in un ruoto da crostata: aggiustate bene i bordi, schiacciare con le dita lungo tutto il diametro e punzecchiate la frolla per non farla gonfiare in cottura. Stendere sul fondo la marmellata (3 cucchiai più o meno), poi distribuite anche gli amaretti in maniera uniforme; questi serviranno a creare una sorta di strato impermeabile e non far spugnare la frolla. Disporre le mele lungo tutto il diametro, accavallandole leggermente, fino ad arrivare al centro della torta. Infornare a 180° per 20-25 minuti. Nel frattempo prepariamo la salsa: uniamo l’uovo intero, il tuorlo, lo zucchero e amalgamiamo bene per far sciogliere un pò lo zucchero. Aggiungiamo il Marsala (o un distillato come il Calvados, o Rum) e la panna fresca senza montarla. Trascorsi i primi 25 minuti sfornate la torta, versate la salsa sulle mele e infornare per altri 25 minuti.
CI SI DIVERTE MANGIANDO...
Suggerimenti: la torta può essere aromatizzata con cannella e noce moscata, servita anche calda accompagnata da una pallina di gelato alla vaniglia, o crema inglese. Alcune ricette francesi al posto della panna liquida, usano la crème fraîche, ovvero, la panna acida meno liquida e più densa (in questo caso forse è conosciutoa con il nome di Tarte Normande). Fate molta attenzione alla cottura, la frolla appena sfornata sembra sempre morbida ma una volta tolta dal forno si indurisce subito, quindi rispettate con rigore i tempi di cottura.
Con questa ricetta partecipo al concorso "Pic-nic in Pink"
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA...!
PER LA FROLLA (MONTERSINO)
100g zucchero a velo
250g farina 00
150g burro
40g tuorli d'uovo
2g sale
PER IL RIPIENO
4 mele Pink Lady
Marmellata albicocca Mariangela Prunotto
50g amaretti
Limone
SALSA
2 uova (1 uovo + 1 tuorlo)
100ml panna fresca
70g zucchero
2 cucchiai di Marsala
A META' DEL LAVORO...
Per il procedimento della frolla di Montersino, vi rimando alla mia ricetta della TARTE TATIN. Mentre l'impasto riposa in frigo, tagliate le mele a spicchi non troppo grossi, metteteli subito in una ciotola con tanto limone. Schiacciate gli amaretti senza ridurli in polvere. Trascorso il tempo di riposo in frigo, stendete la frolla in un ruoto da crostata: aggiustate bene i bordi, schiacciare con le dita lungo tutto il diametro e punzecchiate la frolla per non farla gonfiare in cottura. Stendere sul fondo la marmellata (3 cucchiai più o meno), poi distribuite anche gli amaretti in maniera uniforme; questi serviranno a creare una sorta di strato impermeabile e non far spugnare la frolla. Disporre le mele lungo tutto il diametro, accavallandole leggermente, fino ad arrivare al centro della torta. Infornare a 180° per 20-25 minuti. Nel frattempo prepariamo la salsa: uniamo l’uovo intero, il tuorlo, lo zucchero e amalgamiamo bene per far sciogliere un pò lo zucchero. Aggiungiamo il Marsala (o un distillato come il Calvados, o Rum) e la panna fresca senza montarla. Trascorsi i primi 25 minuti sfornate la torta, versate la salsa sulle mele e infornare per altri 25 minuti.
CI SI DIVERTE MANGIANDO...
Suggerimenti: la torta può essere aromatizzata con cannella e noce moscata, servita anche calda accompagnata da una pallina di gelato alla vaniglia, o crema inglese. Alcune ricette francesi al posto della panna liquida, usano la crème fraîche, ovvero, la panna acida meno liquida e più densa (in questo caso forse è conosciutoa con il nome di Tarte Normande). Fate molta attenzione alla cottura, la frolla appena sfornata sembra sempre morbida ma una volta tolta dal forno si indurisce subito, quindi rispettate con rigore i tempi di cottura.
Con questa ricetta partecipo al concorso "Pic-nic in Pink"
Tuesday, March 26, 2013
MADELEINE: le classiche
Ella mandò a prendere una di quelle focacce pienotte e corte chiamate "maddalenine", che paiono aver avuto come stampo la valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione di un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzetto di "maddalena".
Marcel Proust, "Alla ricerca del tempo perduto": solo un morso è bastato per rievocare un'infanzia ormai lontana. Le madeleine sono dei piccoli dolcetti tipici del comune di Commercy - nel nord-est della Francia - con una particolare forma a conchiglia (conchiglia di San Giacomo, o Capasanta, è il simbolo del pellegrinaggio nella città di Santiago de Compostela) derivata dallo stampo in cui vengono cotte. Il sapore può ricordare vagamente quello del plum cake, ma sono decisamente più compatti. Alcune fonti riportano che le madeleine sono chiamate così in onore di Madeleine Paulmier, una pasticciera del XIX secolo. Altre fonti riportano Madeleine Paulmier come una cuoca vissuta nel XVIII secolo che aveva lavorato per Stanisław Leszczyński, il cui genero, Luigi XV di Francia, nel 1755 scelse il nome dei dolcetti in suo onore.
Tempo fa avevo già postato la ricetta delle Medeleine cioccolato e caffè; queste invece sono le classiche alla mandorla - anche se qui di mandorla c'è solo l'aroma - presto pubblicherò anche la ricetta, credo "ufficiale", con la farina di mandorle.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
120g farina 00
2 uova
100g burro
75g miele Millefiori Rigoni di Asiago
30g zucchero
1 cucchiaino scarso lievito
1 cucchiaio essenza mandorle amare
Un pizzico di sale
A META' DEL LAVORO ...
Far sciogliere il burro insieme al miele, facendo attenzione a non far bruciare il tutto. Sbattere le uova con lo zucchero fino a renderle spumose. Una volta raffreddato, unire il burro alle uova, poi delicatamente incorporare la farina, il sale ed il lievito setacciati. Completate con un cucchiaio di essenza di mandorle amare. Ora il segreto che donerà alle madeleine la tipica "gobbetta": lo shock termico. Coprite la ciotola dell’impasto con della pellicola e conservate in frigorifero per un’oretta (tanti dicono che non c’è bisogno di tutto questo tempo, ma io mi trovo bene così). Preriscaldate molto bene il forno a 220°. Tirate fuori dal frigo l'impasto, riempite velocemente lo stampo ed infornate per 5 minuti (usate il cronometro!), poi abbassate a 180° e lasciatele per altri 6/7 minuti. La cottura è importantissima e la riuscita dipende quasi esclusivamente dal vostro forno, quindi regolatevi di conseguenza. Sfornate non appena vedete che il bordo diventa più scuro.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Suggerimenti: assicuratevi che il vostro forno non sia ventilato. Se usate le formine in alluminio ricordate di imburrare ed infarinare lo stampo. Nel frattempo che cuociono le prime madeleine, riponete nuovamente l’impasto in frigo. Prima di procedere con le successive infornate, riportate il forno a 220°. Se usate lo stampo in silicone aspettate un minuto prima di staccarle altrimenti si romperanno.
Con questa ricetta partecipo al contest "MielBio!"
Marcel Proust, "Alla ricerca del tempo perduto": solo un morso è bastato per rievocare un'infanzia ormai lontana. Le madeleine sono dei piccoli dolcetti tipici del comune di Commercy - nel nord-est della Francia - con una particolare forma a conchiglia (conchiglia di San Giacomo, o Capasanta, è il simbolo del pellegrinaggio nella città di Santiago de Compostela) derivata dallo stampo in cui vengono cotte. Il sapore può ricordare vagamente quello del plum cake, ma sono decisamente più compatti. Alcune fonti riportano che le madeleine sono chiamate così in onore di Madeleine Paulmier, una pasticciera del XIX secolo. Altre fonti riportano Madeleine Paulmier come una cuoca vissuta nel XVIII secolo che aveva lavorato per Stanisław Leszczyński, il cui genero, Luigi XV di Francia, nel 1755 scelse il nome dei dolcetti in suo onore.
Tempo fa avevo già postato la ricetta delle Medeleine cioccolato e caffè; queste invece sono le classiche alla mandorla - anche se qui di mandorla c'è solo l'aroma - presto pubblicherò anche la ricetta, credo "ufficiale", con la farina di mandorle.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
120g farina 00
2 uova
100g burro
75g miele Millefiori Rigoni di Asiago
30g zucchero
1 cucchiaino scarso lievito
1 cucchiaio essenza mandorle amare
Un pizzico di sale
A META' DEL LAVORO ...
Far sciogliere il burro insieme al miele, facendo attenzione a non far bruciare il tutto. Sbattere le uova con lo zucchero fino a renderle spumose. Una volta raffreddato, unire il burro alle uova, poi delicatamente incorporare la farina, il sale ed il lievito setacciati. Completate con un cucchiaio di essenza di mandorle amare. Ora il segreto che donerà alle madeleine la tipica "gobbetta": lo shock termico. Coprite la ciotola dell’impasto con della pellicola e conservate in frigorifero per un’oretta (tanti dicono che non c’è bisogno di tutto questo tempo, ma io mi trovo bene così). Preriscaldate molto bene il forno a 220°. Tirate fuori dal frigo l'impasto, riempite velocemente lo stampo ed infornate per 5 minuti (usate il cronometro!), poi abbassate a 180° e lasciatele per altri 6/7 minuti. La cottura è importantissima e la riuscita dipende quasi esclusivamente dal vostro forno, quindi regolatevi di conseguenza. Sfornate non appena vedete che il bordo diventa più scuro.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Suggerimenti: assicuratevi che il vostro forno non sia ventilato. Se usate le formine in alluminio ricordate di imburrare ed infarinare lo stampo. Nel frattempo che cuociono le prime madeleine, riponete nuovamente l’impasto in frigo. Prima di procedere con le successive infornate, riportate il forno a 220°. Se usate lo stampo in silicone aspettate un minuto prima di staccarle altrimenti si romperanno.
Con questa ricetta partecipo al contest "MielBio!"
Sunday, February 10, 2013
MELANZANE DELL'IMAM BAYILDI
Non sarà semplice raccontarvi qualcosa su questa ricetta. Ho notato che on line c'è una gran confusione; partiamo con la provenienza: piatto turco o greco? La Grecia è stata dominazione ottomana (1450), quindi è più intuitivo pensare che si tratti di una preparazione turca, arrivata solo successivamente in Grecia, dove ha subito le varie rivisitazioni del posto. Il nome: la traduzione letterale vuol dire Imam "svenuto", ora le cause del mancamento potrebbero essere centinaia... le versioni più "chiaccherate" raccontano che l'Imam sia svenuto per la bontà del piatto. E' indiscutibile che il sapore di questa portata - piatto unico, o antipasto - è divino, il connubio di spezie ci conduce direttamente al Gran Bazar di Istambul, o nei ristorantini nascosti della Grecia. Il ripieno: ovviamente, ci sono più versioni; io ho preparato quella che sembra essere la base, poi le varianti riguardano più che altro gli aromi. In fine, anche per la modalità di cottura delle melanzane abbiamo più scelte: quella tradizionale prevede prima una frittura in tantissimo olio bollente, poi una cottura in forno; ma per una preparazione più light possiamo sbollentarle in acqua e poi finire la cottura in forno. Piccola "chicca": esiste una canzone che si chiama proprio Imam Bayildi; buon ascolto e buon assaggio!!!
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
Porzione per 1
1 melanzana
5 pomodorini Piccadilly
1/2 cipolla
Menta
1/2 cucchiaino di zucchero
1 presa di sale
1 pizzico di cannella
Olio q.b.
A META' DEL LAVORO ...
Tagliate in lunghezza la melanzana senza togliere le estremità; con un pelapatate togliete una fettina su entrambre le metà, servirà per farle rimanere dritte durante la cottura. Con delicatezza, scavatele ed estraete la polpa. Immergete le due parti in acqua fredda e sale grosso. Nel frattempo preparate il condimento per riempirle: in una padella versate abbondante olio, la cipolla tagliata grossolanamente e fate stufare chiudendo la padella con un coperchio. Aggiungete successivamente i pomodorini tagliati a pezzetti, sale, zucchero e cannella; richiudete con un coperchio e fate cuocere per 5 minuti, senza far spappolare troppo. Poco prima di spegnere il fuoco, aggiungete una spolverata di menta. Sbollentate le melanzane per 5 minuti, fatele sgocciolare bene. Adagiatele, affiancandole, su della carta forno, o dell'alluminio; riempitele e versate un goccio di olio a crudo prima di informarle. 200° in forno, per 15 minuti.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Suggerimenti: agli ingredienti ho aggiunto - contemporaneamente alla menta - pochissimo pane secco sbriciolato (panino all'olio e non pane casereccio). Le melanzane più adatte sono quelle lunghe e strette, perchè hanno la buccia più sottile ed il sapore più dolce. Per quanto riguarda le varianti, molti aggiungono: pinoli, uvetta e prezzemolo. C'è anche un altro modo di farcire le melanzane: vi rimando al seguente video che ho trovato curiosando on line.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
Porzione per 1
1 melanzana
5 pomodorini Piccadilly
1/2 cipolla
Menta
1/2 cucchiaino di zucchero
1 presa di sale
1 pizzico di cannella
Olio q.b.
A META' DEL LAVORO ...
Tagliate in lunghezza la melanzana senza togliere le estremità; con un pelapatate togliete una fettina su entrambre le metà, servirà per farle rimanere dritte durante la cottura. Con delicatezza, scavatele ed estraete la polpa. Immergete le due parti in acqua fredda e sale grosso. Nel frattempo preparate il condimento per riempirle: in una padella versate abbondante olio, la cipolla tagliata grossolanamente e fate stufare chiudendo la padella con un coperchio. Aggiungete successivamente i pomodorini tagliati a pezzetti, sale, zucchero e cannella; richiudete con un coperchio e fate cuocere per 5 minuti, senza far spappolare troppo. Poco prima di spegnere il fuoco, aggiungete una spolverata di menta. Sbollentate le melanzane per 5 minuti, fatele sgocciolare bene. Adagiatele, affiancandole, su della carta forno, o dell'alluminio; riempitele e versate un goccio di olio a crudo prima di informarle. 200° in forno, per 15 minuti.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Suggerimenti: agli ingredienti ho aggiunto - contemporaneamente alla menta - pochissimo pane secco sbriciolato (panino all'olio e non pane casereccio). Le melanzane più adatte sono quelle lunghe e strette, perchè hanno la buccia più sottile ed il sapore più dolce. Per quanto riguarda le varianti, molti aggiungono: pinoli, uvetta e prezzemolo. C'è anche un altro modo di farcire le melanzane: vi rimando al seguente video che ho trovato curiosando on line.
Wednesday, January 2, 2013
MUFFIN ARANCIA, CAROTE &... TAHINA!!
Sono tornata! Bhe diciamo che non ho mai abbandonato le mie quattro mura, ma le feste natalizie - come al solito - mi vedono sballottata da una casa all'altra, togliendo così tempo ai miei post! "Non tutti i capodanni riescono col botto" e quest'anno è proprio il caso di dirlo: un inizio da dimenticare, ma la vita va avanti... Nella speranza che le brutte notizie siano sempre seguite da quella gioia fraterna, che solo più unire e mai allontanare, vi regalo il primo dolce dell'anno: un accostamento di ingredienti estremamente inusuale, ma che sono sicura stuzzicherà la vostra curiosità! L'ispirazione viene direttamente dal The Guardian!
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
75g di tahina
125ml di olio di semi di girasole
2 cucchiai di miele mille fiori
225 g di zucchero di canna
Scorza di 3 arance
Succo di 1 arancia
3 uova
200 g di carote grattugiate
100 g di pistacchi
175 g di farina 00
1 bustina di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di canella
Essenza d’arancio (facoltativa)
A META' DEL LAVORO ...
Ho preparato questa torta due volte e ho notato che il passaggio fondamentale è proprio il primo. Riscaldate a bagno maria i seguenti ingredienti: zucchero di canna, tahina, olio di semi e miele. Quando i granelli di zucchero si saranno sciolti, togliete il tutto dal fuoco e continuate a lavorare la crema, per almeno 5 minuti. Assicuratevi che l'impasto sia freddo e unite le uova, una alla volta. Grattuggiate le carote, strizzatele - se necessario - in uno straccio ed aggiungetele all'impasto. Procedete aggiungendo la scorza di arancia, il succo di arancia, la farina, la cannella, i pistacchi ed alla fine il lievito. Questi ultimi ingredienti devono essere aggiunti nell'ordine indicato, altrimenti si potrebbero formare grumi poco gradevoli... Infornate per 25-30 minuti.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Suggerimenti: durante tutti i passaggi usate un cucchiaio di legno e - fondamentale - durante la preparazione della crema iniziale, procedete con i classici movimenti dal basso verso l'alto, in modo da incorporare più aria possibile. Entrambe le volte, ho lasciato i pistacchi interi e me ne sono pentita, perchè - nonostante io li abbia infarinati - si sono sempre depositati sul fondo. Consiglio, allora, di sminuzzarli un pò, infarinarli ed aggiungerli amalgamando delicatamente.
Con questa ricetta partecipo al contest "Cucinando Curiosando second edition"
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
75g di tahina
125ml di olio di semi di girasole
2 cucchiai di miele mille fiori
225 g di zucchero di canna
Scorza di 3 arance
Succo di 1 arancia
3 uova
200 g di carote grattugiate
100 g di pistacchi
175 g di farina 00
1 bustina di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di canella
Essenza d’arancio (facoltativa)
A META' DEL LAVORO ...
Ho preparato questa torta due volte e ho notato che il passaggio fondamentale è proprio il primo. Riscaldate a bagno maria i seguenti ingredienti: zucchero di canna, tahina, olio di semi e miele. Quando i granelli di zucchero si saranno sciolti, togliete il tutto dal fuoco e continuate a lavorare la crema, per almeno 5 minuti. Assicuratevi che l'impasto sia freddo e unite le uova, una alla volta. Grattuggiate le carote, strizzatele - se necessario - in uno straccio ed aggiungetele all'impasto. Procedete aggiungendo la scorza di arancia, il succo di arancia, la farina, la cannella, i pistacchi ed alla fine il lievito. Questi ultimi ingredienti devono essere aggiunti nell'ordine indicato, altrimenti si potrebbero formare grumi poco gradevoli... Infornate per 25-30 minuti.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Suggerimenti: durante tutti i passaggi usate un cucchiaio di legno e - fondamentale - durante la preparazione della crema iniziale, procedete con i classici movimenti dal basso verso l'alto, in modo da incorporare più aria possibile. Entrambe le volte, ho lasciato i pistacchi interi e me ne sono pentita, perchè - nonostante io li abbia infarinati - si sono sempre depositati sul fondo. Consiglio, allora, di sminuzzarli un pò, infarinarli ed aggiungerli amalgamando delicatamente.
Con questa ricetta partecipo al contest "Cucinando Curiosando second edition"
Thursday, December 20, 2012
PIZZA EBRAICA o PIZZA DI BERIDDE
Questa ricetta ha una lunga ed ancora dubbiosa storia. Cercando su internet si trovano poche fonti - incerte - sulle origini di questo dolce. Il problema del mondo 2.0 è che spesso vieni depistato da scritti totalmente campati in aria... La cosa certa è che quella che vi sto per presentare, è una delle ricette ebraiche più apprezzate da chi frequenta il Ghetto qui a Roma: la Pizza ebraica, volgarmente chiamata Pizza di Beridde. Questo "signor" Beridde, sembra non essere nessuno, è solo una storpiatura dialettica della parola Berit Milah o Brit Milah (alleanza). Questo temine si riferisce al particolare rapporto instaurato tra Dio ed il suo popolo, oppure, un'altra fonte menziona il "patto del taglio", (circoncisione). Mishmarot è un'antica usanza della comunità giudaica che si riunisce alla vigilia della circoncisione, per leggere e studiare passi biblici e composizioni liturgiche. Mishmarot è usato anche per indicare turni di veglia che dovevano essere fatti dai Sacerdoti, per verificare che il fuoco - custodito da qualche parte - non si spegnesse mai. Ho riunito queste indicazioni a seguito di una ricerca, dovuta alla mia inesauribile curiosità; spero di non aver riportato cose errate. Forse qualcuno di voi mi potrà dare informazioni più chiare e dettagliate. Nel frattempo, godiamoci questa specialità che potrete gustare al Forno Boccione, a Portico d'Ottavia a Roma, uno tra i più rinomati del Ghetto.
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
200g farina di mandorle
300g farina 00
150g zucchero
125ml olio di semi
160ml Vin Santo (o vino liquoroso)
100g arancia candita
100g cedro candito
100g uvetta
100g ciliegie candite
100g mandorle pelate
100g pinoli
A META' DEL LAVORO ...
Preriscaldare il forno a 250°. Mischiare lo zucchero con le due farine e, con l'aiuto delle fruste da impasto, cominciate ad amalgamare aggiungendo l'olio a filo. Finito l'olio l'impasto non sarà ancora omogeneo, quindi, procedete allo stesso modo versando il vino. Io l'ho usato tutto, ma voi regolatevi sul momento, perchè l'impasto non deve essere troppo appiccicoso. Ora, prepariamo i canditi: la ricetta originale prevede tocchi molto grossi; io li preferisco di un taglio medio, ovvero, 2-3 volte più grandi di quelli che si trovano nei supermercati già pronti, ma sicuramente meno grandi degli originali. Tostate leggermente mandorle e pinoli. Cominciate ad aggiungere questi ingredienti all'impasto, un pò per volta, e lavorate il tutto con le mani; spingete con i pugni per aiutarvi. Una volta incorporati canditi e frutta secca, adagiate l'impasto su una spianatoia infarinata, dividetelo a metà e create due rotoli appiattiti, ognuno da 20cm di lunghezza e 10-12cm circa di altezza. Con un coltello, o un raschia pasta, dividete l'impasto in 8 panetti; su ogni panetto praticate 4 incisioni che serviranno a sporzionarli una volta cotti. Posizionate le vostre porzioni su di una leccarda rivestita di carta forno, infornate per 20 minuti fin quando la base della Pizza non sarà bruciacchiata. Sì, questo dolce deve essere così, ma vi accorgerete che quel bruciato non sarà carbonizzato, bensì caramellato.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Suggerimenti: in molte ricette ho visto che viene usato il vino caldo o tiepido. Io, personalmnete, lo uso a temperatura ambiente. Per quanto riguarda la farina di mandorle, le quantità sono incerte: c'è chi ne mette di più, c'è chi ne mette di meno. Io con 200g rimango soddisfatta; nella Pizza del Forno Boccione non si sente eccessivamente l'aroma della farina di mandorle. Attenzione alla cottura, non fate cuocere troppo i panetti altrimenti si biscotteranno completamente: la base deve essere caramellata, ma l'interno dovrà rimanere più morbido.
Con questa ricetta partecipo al contest "Brindiamo...dolcemente!"
CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!
200g farina di mandorle
300g farina 00
150g zucchero
125ml olio di semi
160ml Vin Santo (o vino liquoroso)
100g arancia candita
100g cedro candito
100g uvetta
100g ciliegie candite
100g mandorle pelate
100g pinoli
A META' DEL LAVORO ...
Preriscaldare il forno a 250°. Mischiare lo zucchero con le due farine e, con l'aiuto delle fruste da impasto, cominciate ad amalgamare aggiungendo l'olio a filo. Finito l'olio l'impasto non sarà ancora omogeneo, quindi, procedete allo stesso modo versando il vino. Io l'ho usato tutto, ma voi regolatevi sul momento, perchè l'impasto non deve essere troppo appiccicoso. Ora, prepariamo i canditi: la ricetta originale prevede tocchi molto grossi; io li preferisco di un taglio medio, ovvero, 2-3 volte più grandi di quelli che si trovano nei supermercati già pronti, ma sicuramente meno grandi degli originali. Tostate leggermente mandorle e pinoli. Cominciate ad aggiungere questi ingredienti all'impasto, un pò per volta, e lavorate il tutto con le mani; spingete con i pugni per aiutarvi. Una volta incorporati canditi e frutta secca, adagiate l'impasto su una spianatoia infarinata, dividetelo a metà e create due rotoli appiattiti, ognuno da 20cm di lunghezza e 10-12cm circa di altezza. Con un coltello, o un raschia pasta, dividete l'impasto in 8 panetti; su ogni panetto praticate 4 incisioni che serviranno a sporzionarli una volta cotti. Posizionate le vostre porzioni su di una leccarda rivestita di carta forno, infornate per 20 minuti fin quando la base della Pizza non sarà bruciacchiata. Sì, questo dolce deve essere così, ma vi accorgerete che quel bruciato non sarà carbonizzato, bensì caramellato.
CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Suggerimenti: in molte ricette ho visto che viene usato il vino caldo o tiepido. Io, personalmnete, lo uso a temperatura ambiente. Per quanto riguarda la farina di mandorle, le quantità sono incerte: c'è chi ne mette di più, c'è chi ne mette di meno. Io con 200g rimango soddisfatta; nella Pizza del Forno Boccione non si sente eccessivamente l'aroma della farina di mandorle. Attenzione alla cottura, non fate cuocere troppo i panetti altrimenti si biscotteranno completamente: la base deve essere caramellata, ma l'interno dovrà rimanere più morbido.
Con questa ricetta partecipo al contest "Brindiamo...dolcemente!"
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